Quelle mani le ha allungate un po’ ovunque, con l’intento di tenere in piedi il suo Napoli. Lui ce l’ha messa tutta, è volato sul prato del Signa Iduna Park, respingendo le velleità di Lewandowski e Mkhitaryan che a turno hanno provato ad arrotondare il vantaggio iniziale ottenuto su calcio di rigore trasformato da Reus. Così, Pepe Reina è riuscito a contenere il passivo fino al termine del primo tempo, regalando ai compagni un’altra chance, permettendo loro di giocarsela per altri 45 minuti. Tutto nelle sue mani, dunque, e in quelle prodezze che gli sono servite per confermare il suo talento e quell’esperienza che ne ha fatto uno dei migliori portieri in circolazione. Il suo tentativo non è stato premiato, comunque.
Prodezze inutili. La sua è stata una notte magica, diversamente da quella dei compagni di reparto e degli attaccanti. I suoi sforzi sono stati vani, resi inutili dalla serata negativa della linea difensiva: imbarazzante il tentativo di Fernandez e Maggio di frenare la ripartenza di Reus che ha aperto per la deviazione vincente di Blaszczykowski, per il gol del raddoppio. E pensare che il contropiede è nato da un errore di Higuain, che solo dinanzi a Weidenfeller s’è fatto respingere la debole conclusione. Una notte senza emozioni per gli attaccanti napoletani. Sia l’argentino sia Pandev non hanno saputo assicurare il peso necessario nell’area dei tedeschi.
Delusione. Sarebbe dovuta essere, questa di Dortmund, la notte dei talentuosi, di coloro che, ipoteticamente, avrebbero potuto fare la differenza. E invece il Napoli è venuto meno proprio nei suoi giocatori di maggiore prestigio. La scarsa vena di Higuain è stata deleteria per la squadra, così come quella di Goran Pandev che mai è riuscito a superare il suo marcatore. E quando l’ex madridista ha fallito il gol del pareggio, allora s’è capito che sarebbe stata davvero dura avere ragione del Borussia. E per la terza volta consecutiva, il Napoli rimedia una sconfitta. Il 3-1 inflitto dal Borussia Dortmund è il seguito delle altre due subite da Juventus e Parma. E soprattutto parla di un Napoli piccolo nelle trasferte importanti: k.o. 2-0 a Roma, 3-0 allo Juventus Stadium, 3-0 in casa dell’Arsenal e ieri 3-1.
Lezione severa. Quando non c’è risposta alle sollecitazioni, allora ci sarebbe da interrogarsi e chiedersi se a tutto quanto è avvenuto in quest’ultimo mese ci può essere una spiegazione. Il momento no di Gonzalo Higuain è fin troppo evidente e la sua astinenza comincia a pesare sull’economia del gioco e dei risultati. Mai dall’inizio della stagione Rafa Benitez aveva gestito una situazione del genere. La sconfitta col Parma qualcosa ha indicato, ha scoperto l’involuzione di una squadra che, finora, ha sempre dovuto soccombere contro avversari superiori o di pari livello. E proprio in questi confronti (Roma, Arsenal, Juventus, Dortmund), non c’è stata la collaborazione del Pipita e dei suoi compagni di linea. Con lui, ieri sera hanno deluso pure Callejon e Mertens, mentre Lorenzo Insigne s’è guadagnato la sufficienza per aver realizzato la rete che per sette minuti ha riaperto nuovamente la partita. Poi, l’ennesimo errore di Armero ha spianato la strada al terzo gol di Aubemayang e ha aperto una crisi alla quale adesso dovrà porre rimedio Benitez. Le sue responsabilità non sono da sottovalutare.
FONTE Gazzetta dello Sport
Articolo modificato 27 Nov 2013 - 09:54