Marco Bellinazzo, giornalista de “Il Sole 24 Ore”, è stato intervistato da Claudio Cafarelli per il sito maidirecalcio.com. Tra i tanti temi trattati, spicca l’argomento Napoli ed in particolare la questione relativa al nuovo stadio.
La gestione economica e finanziaria di De Laurentiis sembra impeccabile. Dal suo arrivo i conti del Napoli sono sempre in regola. Cosa manca alla società azzurra per fare il cosiddetto salto di qualità a livello europeo e puntare a vincere in campo nazionale e internazionale? Banalmente l’unica strada tracciata da percorrere è quella della Juventus con lo stadio di proprietà come più volte invocato dal presidente?
Cominciamo con il dire che la cosa fondamentale è che il club possa disporre di uno stadio nuovo e moderno, che sia anche di proprietà è relativo. Ci sono modelli come quello dell’Udinese (concessione di lunghissimo periodo) che permettono di avere garanzie analoghe allo stadio di proprietà. Serve una struttura polifunzionale, dedicata al calcio ma che venga fatta a misura di famiglie e sponsor, con sky box all’altezza degli stadi europei e capace di dare più servizi, con strutture commerciali, di ristorazione, di parcheggio. Tutte componenti che altrove sono scontate ma che per Napoli rappresenterebbe una rivoluzione perché significherebbe incidere in un tessuto sociale che “vive” della mancanza di queste strutture (parcheggiatori abusivi, ristorazione “ambulante”). Insomma tutte quelle realtà che all’estero non esistono e che qui fanno parte dello scenario di uno stadio italiano.
Quali sarebbero gli investimenti necessari per realizzare uno stadio di proprietà?
Per avere uno stadio di proprietà redditizio occorre costruire un impianto di almeno 60 mila posti con un investimento di 300 milioni, che in questo momento rappresentano una somma non facilmente recuperabile, a meno che non si attirino capitali privati e l’emendamento alla Legge di Stabilità che il Governo stava per presentare al Senato prima che si scatenassero le polemiche degli ambientalisti che temono speculazioni edilizie andava in questa direzione. Vedremo cosa succederà alla Camera, ma le previsioni sono per l’ennesimo fallimento del progetto di riforma degli impianti.
Negli ultimi giorni si è parlato di una proroga dell’attuale convenzione tra Comune e Calcio Napoli ritiene sia la soluzione più adatta per entrambe le parti?
Significherebbe perdere altro tempo, anche se pragmaticamente mi rendo conto possa essere la soluzione migliore.
Nel caso di approvazione della famosissima legge sugli stadi, ritiene che il Napoli sia già pronto in un certo senso ad attuarla? Ad essere appetibile per investimenti privati?
Uno stadio moderno che abbia le caratteristiche che ho detto è un investimento interessante per i privati. Basti pensare alla ristorazione napoletana che potrebbe essere coinvolta, penso ai tanti negozi di abbigliamento, alla sartoria e alle tante peculiarità che ha l’industria manifatturiera a Napoli e che potrebbero trovare nel San Paolo una vetrina internazionale. Le condizioni oggettive ci sarebbero, ovviamente c’è bisogno di accordi con De Laurentiis o con il Comune nel caso di concessione ultradecennale.
Il Presidente recentemente ha parlato di un tesoretto di 50 milioni da spendere a gennaio. Ritieni possibile un tale esborso?
Il Napoli ha la possibilità di spendere intorno ai 30 milioni e ha la possibilità di far crescere di ancora 10-15 milioni il costo degli ingaggi. In questo senso è sempre rischioso dichiarare quante “munizioni” si hanno prima di affrontare trattative di calciomercato. Però il Napoli, oggettivamente, ha il margine per farlo.
Il bilancio dell’ultimo anno e la cessione di Cavani possono permettere alla società di poter puntare nella prossima stagione ad acquisti top o ci si deve attendere un’altra cessione illustre?
Assolutamente, il Napoli non ha più bisogno di cedere. Ovviamente però se entrerà nei primi 3 posti, e in caso di terzo posto se entrerà nei gironi Champions. Il Napoli è in una situazione di equilibrio. La società è riuscita ad aumentare i ricavi commerciali (circa 30 milioni all’anno) e a mio avviso potrebbe crescere di altri 10-15 milioni. Ma per fare ciò servono investimenti, vittorie e grandi nomi e questo è garantito solo dall’ingresso in Champions da raggiungere almeno due volte per ogni triennio.