Il Napoli si affida al talento di Lorenzo Insigne per il riscatto in campionato

Questione di centimetri. Di quel pizzico di fortuna che in campionato ancora manca. In Champions League, la mira è buona. Su calcio da fermo o su azione. Ne sanno qualcosa i vicecampioni d’Europa del Borussia, trafitti sia all’andata che al ritorno. Ma a Lorenzo Insigne non preoccupa più di tanto. Il gol arriverà anche in campionato. Prima o poi, il pallone da lui calciato gonfierà la rete della porta avversaria. Magari già con la Lazio lunedì sera, chissà. Nello stesso stadio, l’Olimpico di Roma, dove ad agosto

LA CARICA. Il talento di Frattamaggiore non ha neanche gioito per la seconda rete realizzata ai tedeschi nei due faccia a faccia registrati in Champions. Non è servita ad evitare la sonora sconfitta e a dribblare critiche e malumori. E Lorenzo Insigne, l’unico napoletano in campo in assenza di Paolo Cannavaro, è quello che ne soffre di più. Ne ha sofferto tanto già all’Iduna Park quando subentrando a gara in corso si è catapultato con tutta la rabbia possibile. E dopo il gol ancora incitava i compagni ad insistere. «Forza ragazzi» , «Andiamo dai» , urlava, come del resto si poteva cogliere anche dal suo labiale. Insigne credeva in una possibile rimonta. C’era ancora tempo. E spronava i compagni, pur avendo notato che qualcosa non andava in fatto di equilibrio tra un reparto e l’altro.

IL LEGAME. Lorenzo è cresciuto con quella maglia addosso e giammai si rassegnerebbe a una sconfitta. Tanto più in una sfida così importante per la qualificazione agli ottavi di Champions che vorrebbe dire tanto per il futuro del club. Ecco perché a fine partita era amareggiato ma non avvilito. Il riscatto è dietro l’angolo: lunedì c’è la Lazio, poi l’Udinese, quindi la partita che vale una stagione, quella con l’Arsenal di Wenger. Ci vorrebbe un’impresa. Ma lo scugnizzo di Frattamaggiore è sfrontato al punto giusto. Avrebbe già confidato che quella notte dovrà essere una notte da scintille a Fuorigrotta. Con il sostegno dei sessantamila del San Paolo.

IL DESIDERIO. Vorrebbe pensarci lui, il più piccolo della compagnia ma anche quello che non ha paura di tutti e che ha osato sfidare i colossi della difesa del Borussia quando c’è stato qualche corpo a corpo piuttosto aspro. Lorenzo non teme nessuno. Ed è per quello che piace a Benitez che lo ha sempre impiegato finora (minutaggio altissimo, 1.092’ nelle due competizioni) e anche a Cesare Prandelli, cittì della Nazionale, che lo tiene sotto costante osservazione in vista dei Mondiali in Brasile. Ora che ha ritrovato la via del gol in Champions, proverà a brindare anche in campionato. Insigne non è ancora riuscito a far centro ma è dipeso dall’imponderabilità del calcio e dalla bravura dei portieri avversari, non certo da lui. Non è un problema di aggiustare la mira o astinenza. Lorenzo ci prova alla stessa maniera: in Champions League come in campionato. In Europa, il pallone entra in rete; in Italia, non ancora.

TATTICA. Probabilmente sarà anche una questione di addestramento o di intesa con i compagni di reparto. Abituato alle lezioni di Zeman, con il «dai e vai», nel Napoli non ha ancora trovato il partner ideale (per intenderci, il Verratti di Pescara) che sappia dialogare con lui e mandarlo in gol. Ma già da lunedì sera, il tamburino di Frattamaggiore inviterà i suoi a servirlo in continuazione, ad affrontare la Lazio con personalità e determinazione, a non avventurarsi in attacco lasciando le spalle troppo scoperte. Insigne vorrebbe mettere a tacere tutti ed aiutare il Napoli a rialzarsi subito, magari trovando il primo gol in campionato oppure fornendo uno dei suoi assist, purché ritorni il sorriso nello spogliatoio ed anche nei tifosi azzurri.

FONTE Corriere dello Sport

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