Rafa Benitez ha concesso ieri un giorno di riposo, il secondo consecutivo, ai giocatori del Napoli che erano scesi in campo dal primo minuto a Dortmund contro il Borussia. Rimandato, dunque, a questa mattina il faccia a faccia con l’intera squadra, visto che a Castel Volturno per la ripresa c’erano soltanto coloro che in Germania non hanno giocato dall’inizio. Una scelta sorprendente, se a prenderla però non fosse stato Benitez. Già, perché il tecnico spagnolo sin da quando è arrivato a Napoli ha optato per una metodologia di lavoro molto diversa rispetto a quella di quasi tutti gli allenatori italiani.
Rafavolution. Il Napoli non si allena quasi mai il giorno dopo la gara, anche se infrasettimanale. Quando capita, come è successo dopo la sfida di campionato con la Juve, è perché magari c’è la sosta e allora l’intero weekend è libero. Spesso il ritiro prepartita, in occasione delle gare casalinghe, viene abolito: «Altrimenti i giocatori vedranno i loro figli quando avranno dieci anni», ha spiegato Benitez. La «Rafavolution» è stata accolta con simpatia dall’ambiente quando i risultati alimentavano la terapia del sorriso con la quale il tecnico spagnolo ha provato a scacciare i fantasmi del recente passato dallo spogliatoio del Napoli. L’ombra di Mazzarri, però, è tornata prepotente dopo tre sconfitte consecutive, complice pure il fatto che a Benitez viene imputato di non aver cambiato modulo anche di fronte a palesi difficoltà, un po’ come faceva il suo predecessore.
Coerenza no limits. Chi si aspettava da parte di Benitez un’inversione di rotta dopo tre sconfitte di fila, rischia di rimanere deluso. In tal senso, aver concesso ieri un’altra giornata libera ai titolari è un chiaro segnale che l’ex allenatore del Chelsea vuole andare dritto per la sua strada. Forte, del resto, delle sue convinzioni che nel tempo lo hanno portato a cogliere successi un po’ ovunque e di una mentalità per la quale i giocatori debbono sentirsi responsabilizzati anche fuori dal campo. Certo, nello spogliatoio c’è chi è entusiasta e chi si interroga. Benitez, però, non apporterà modifiche. Avanti con sedute brevi e molto intense. Tanto pallone e poco lavoro a secco. Molto confronto, anche e soprattutto con i suoi collaboratori, e poche imposizioni. Per adesso, i numeri sono ancora a favore di Rafa: otto punti in più in campionato rispetto al Napoli di Mazzarri che disputò la Champions 2011-2012 (qualificandosi però agli ottavi).
Mercato aperto. Ecco perché la sconfitta di Dortmund fa ancora male. De Laurentiis ha scelto Benitez perché confida nell’abitudine da parte del tecnico spagnolo a gestire il doppio impegno. Scivolare in Europa League costituirebbe una beffa e, soprattutto, avrebbe ripercussioni di carattere economico. Gli investimenti sul mercato di gennaio saranno di sicuro ingenti, ma è logico che dipenderanno pure dall’esito della sfida con l’Arsenal dell’11 dicembre. Comunque, ieri l’agente di Gonalons ha ammesso i contatti con Bigon. Il francese, insieme ad Antonelli del Genoa, potrebbe essere tra i rinforzi che la società metterà a disposizione di Benitez.
FONTE Gazzetta dello Sport
Articolo modificato 29 Nov 2013 - 12:04