Quella conquistata ieri dal Napoli è una vittoria importante, per la classifica, ma soprattutto per il morale.
Una partita che poteva essere archiviata con facilità, ma alcune defezioni in fase difensiva hanno permesso alla squadra laziale di restare in partita fino a metà secondo tempo.
Infatti, anche il risultato finale di 2-4 dimostra che entrambe le difese non sono state impeccabili.
Ormai, alcuni limiti sono chiari: è stato pericolosissimo, come avevo accennato, rischiare Armero su Candreva, anche ieri il colombiano ha commesso la sua buona dose di errori, sia in fase di impostazione che di copertura, mentre sull’altro versante, Maggio si è difeso bene, ma è stato poco propositivo, lontano anni luce dal calciatore che ben conosciamo, avevo qualche dubbio sul fatto che Christian non riuscisse a fare il terzino, ma, effettivamente, per il modo di giocare che è maggiormente nelle sue corde, emerge di più con una difesa a 3, però il suo sacrificio è stato importante, così come l’attenzione e la disponibilità che sa fornire, ma in fase di costruzione e palleggio, purtroppo, va in difficoltà.
L’unica certezza lì dietro, al momento, sembra essere Albiol: sicuro in fase di impostazione, pragmatico, quando deve spazzare il pallone, autoritario, riesce a trasmettere tranquillità anche a Britos che ieri ha rimediato l’ennesima ammonizione e quindi sarà squalificato per la prossima gara.
Il Napoli mi è sembrata la solita squadra: leggermente più veloce nelle ripartenze, ma con le solite sbavature in difesa e troppo disattento nelle transizioni, quando incontra squadre che sanno far male nelle ripartenze, gli azzurri si espongono a pericoli concreti, come è accaduto con il Borussia.
Attacco e centrocampo ieri hanno fatto il loro compito, ma valuto il test di ieri poco attendibile, poiché difesa e centrocampo laziale risultano non pervenute.
Importante era comunque essere pragmatici e vincere in qualsiasi modo, nonostante sono ancora tante le cose che non vanno e ieri sono state mascherate dalla prestazione ancora più deludente della Lazio.
La squadra sta facendo il suo processo di crescita mentale, ovviamente, ma per fare il salto di qualità, sarò anche ripetitivo, c’è bisogno di calciatori adatti al modo di interpretare calcio di Benitez.
Mister Geppino Marino