Roberta Filippozzi: quel “tacco” di classe pregno d’amore

Ha segnato ancora Filippozzi… Ma non è un difensore?

E poi che ci fa una di Verona in una squadra di napoletane?

La risposta è più semplice di quanto l’effimera superficialità induce a concludere: il calcio, così come la vita, non contempla limiti inviolabili.

Filippozzi personifica il coraggio di chi, nella vita, così come nel calcio, non ha paura di “spingersi in avanti” per gettare il cuore oltre l’ostacolo e scardinare problematiche, sfide, partite, difficoltà che sono insormontabili solo per chi si lascia atrofizzare muscoli e carattere dal timore, di sbagliare, di fallire, spogliandosi anzitempo di quella grinta che, allacciata insieme alle scarpette, accende la voglia di lottare ed imprime ferma determinazione ad ogni passo.

Talvolta, così come è avvenuto lo scorso sabato, accade che, certi passi, si ergano a sontuosi e pregevoli colpi di classe, utili a conferire un prestigio più sopraffino ed ammirevole a quel cammino.

Il colpo di tacco con il quale Roberta Filippozzi ha violato la porta della Res Roma, consentendo al Napoli femminile di portarsi in vantaggio e, quindi, di conseguire la vittoria, rientra, senza dubbio, in questa peculiare categoria.

Un gol intriso di significati ed ancor più pregno d’amore: per quella maglia che incarna storie ed ideali di una città così distante dalla sua Verona, non solo geograficamente, eppure Roberta è riuscita, con spontanea ed estrema semplicità, a fare suoi.

Ma anche per la famiglia, per quel papà che solo a nominarlo, le si irradiano gli occhi di emozionata gioia ed al quale ha voluto fortemente dedicare quella pregevole marcatura e per quell’amica ed ex compagna di squadra che ha lasciato Napoli per tornare nella sua Taranto.

Quella certa Maria Caramia” che, prima di chiunque altro, ha imparato a conoscere quella “polentona” e a volerle bene:

Ciao Filips, so per certo, perché me lo hai confidato tu, che sono stata la prima persona con la quale sei riuscita a legare quando sei arrivata a Napoli, perché, quando hai iniziato la tua avventura al Sud, eri una ragazzina un pò timida e molto introversa.

Ho fatto di tutto per metterti a tuo agio e nonostante tu fossi “la piccolina” sei la persona con la quale mi sono trovata meglio nella convivenza, poiché condividiamo la stessa fissazione per ordine e pulizia! Roby eri diversa e davi decisamente l’impressione di essere una “polentona”, poi, con il tempo, ti ho visto cambiare e crescere.

Oggi sei decisamente più “terrona” di noi: nel modo di fare, nella parlata, ormai conosci tutti i dialetti, ma soprattutto per quanto stai dando e dimostrando, in termini di attaccamento e sacrificio, alla maglia azzurra e alla città di Napoli.

Sacrifici ed umiltà, prima o poi, ripagano sempre ed io, dalla mia Taranto, gioisco per te ed esulto insieme a te per le tue, per le vostre vittorie e sono infinitamente orgogliosa di te, per la calciatrice e per la splendida persona che stai dimostrando di essere.

Brava Filips, continua così, continua a dimostrare il tuo immenso valore ed il tuo indiscutibile talento.

Con sincero ed immenso affetto.

Maria Caramia.”

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