I tre tenori, i titolarissimi, i soliti undici: impossibile non ricordarsi, con il sorriso sulle labbra, queste accezioni quando si parla del Napoli di Mazzarri. Esistevano delle gerarchie ben precise: i ‘senatori fidati’ comandavano la difesa, lo spettacolo del gioco era assegnato ai tre attaccanti: Lavezzi-Hamsik-Cavani. E via con il valzer. Il gioco di squadra è stata la vera forza: i sincronismi e l’empatia, le principali peculiarità di quel Napoli, hanno indubbiamente divertito e fatto gioire i tifosi innumerevoli volte.
Crescere, però, comporta spesso una conseguenza: il cambiamento. Certo, non sempre questo significa compiere scelte giuste ma non farlo sarebbe stato il vero errore. L’arrivo di Benitez ha, per l’appunto, inciso in toto: dall’allenamento ai ritiri, dalle abolizioni delle vecchie gerarchie all’importanza del turn over. Così, catapultati in questa nuova e affascinante realtà, i tifosi e gli stessi giocatori hanno dovuto subito adattarsi. Non è stato facile, ovviamente. Il nuovo tecnico azzurro, però, è stato chiaro: ogni calciatore che vestirà la maglia azzurra dovrà sentirsi protagonista e pronto a dare tutto per questi colori. La parola ‘titolarissimi‘, dunque, riecheggia ormai solo nella mente di quei pochi nostalgici e le colonne portanti dell’ex Napoli hanno lasciato spazio a nuove fondamenta.
Crescere per vincere. Un solo pareggio in quattordici giornate, la spiegazione è semplice: in qualunque campo si giochi, la cosa importante sono i tre punti. Niente vie di mezzo, o tutto o niente.
Crescere è (anche) una questione di feeling. Otto acquisti, tutti indispensabili come indispensabile è il lavoro di squadra. Benitez opera anche su questo e ieri sera Pandev e Higuain ne hanno dato la prova. Assist pregevole del primo e goal fantastico del secondo. Lo stesso macedone ha dichiarato che l’intesa che precedentemente mancava, adesso sta aumentando sempre di più.
Crescere per scacciare i vecchi fantasmi. Un vecchio saggio diceva che dal passato si può solo imparare ma mai dimenticarsi di vivere il presente e pensare al futuro. Un Napoli così internazionale non si vedeva da parecchio e la mano del mister spagnolo si sente. Le vittorie fuori casa con il Milan, la Fiorentina e la Lazio sono una chiara prova che nessuno fa più paura.
Crescere per sognare. Manca ancora tanto alla fine del campionato, nulla è ancora deciso. Il mercato di gennaio e i ritorni di Zuniga e Hamsik potranno dare tanti spunti positivi e migliorare la rosa implicherà inevitabilmente a fantasticare su quella “cosa innominabile” che non verrà considerata solo una mera utopia.
In casa Napoli, dunque, è ancora tempo di ristrutturazione e rinnovamento. Ovviamente sempre ‘sin prisa, sin pausa‘.