San Paolo, in calo il numero degli spettatori

Basta il suo nome per far venire i brividi: il San Paolo racconta da ben 54 anni, compiuti il 6 dicembre, la storia di un popolo e di una squadra. È il secondo per capienza effettiva e il terzo per quello degli spettatori in Italia. Da padre a figlio, tutte le emozioni, vissute all’interno di quell’edificio circolare, sono imperniate in ogni singolo sediolino (ormai consunto) e settore. I numeri del pubblico azzurro sono sempre stati impressionanti, in particolare nei tempi d’oro (quelli di Maradona, Careca, Giordano ecc.) si ricordano orde colorate come il cielo, incitare a squarciagola quei campioni. Vedere 80.000 spettatori ogni domenica per qualcuno era una follia, per tanti altri scene di vita quotidiana. Lo stadio di Fuorigrotta non ha mai sofferto di solitudine, nemmeno nei momenti più difficili, neppure quando la categoria in cui giocava il Napoli non era la serie A ne la B ma bensì la C. Un pubblico così non si vedeva facilmente in giro e i sogni di quei ragazzi si riunivano tutti lì.

Nel giro di pochi anni, con la società risorta dalle ceneri, si sono registrati risultati altrettanto sorprendenti. Il ritorno in Champions ha reso il tifo partenopeo uno dei più belli del mondo. Due anni fa, un giocatore del Manchester City, Yaya Touré, esclamò di essere rimasto esterrefatto dall’atmosfera che si viveva intorno a quel rettangolo da gioco, quasi fosse una magia. L’entusiasmo per il nuovo progetto targato De Laurentiis è stato dimostrato dall’amore profondo dei tifosi, pronti a sostenere in qualsiasi occasione la squadra. Negli ultimi due anni, nonostante il buon andamento del Napoli, il numero degli abbonati e degli spettatori, però, è calato vistosamente.

Le ragioni sono differenti: tanti compiono dei veri e propri sacrifici per andare al San Paolo e con la crisi, a malincuore, vi si rinuncia per coprire altre priorità. C’è chi, invece, non va per protesta a causa delle molteplici situazioni di disagio che si vivono all’interno dello stadio per la struttura, ormai, fatiscente e chi ritiene il costo dei biglietti e dell’abbonamento eccessivi. Un motivo più concreto e facilmente comprensibile, però, potrebbe essere rappresentato dalla tecnologia e dalla televisione. Proprio lei sarebbe essere la ragione scatenante delle poche (si fa per dire) presenze al San Paolo. Ogni giorno tra una pubblicità e l’altra, ci si riempie la testa di canali che pullulano di programmi in cui si parla di pallone e che trasmettono partite. Negli ultimi anni, più che mai, c’è l’imbarazzo della scelta e con una definizione tecnologica sempre maggiore, il match è come se fosse vissuto ad un metro dal campo.

È molto più semplice, quindi, stare appollaiati sul divano godendosi “lo spettacolo” piuttosto che “scomodarsi” per andare allo stadio. I dati, poi, parlano chiaro e, in particolare, al San Paolo si è verificata una media piuttosto bassa di spettatori (circa 34 mila nelle ultime gare disputate in casa) nonostante le varie offerte (ad esempio il 2X1 per le partite contro l’Udinese e l’Inter) o i prezzi, talvolta popolari, istituiti dalla società. Il caro vecchio San Paolo, insomma, non è più quello di una volta.

Il presidente De Laurentiis, insieme all’aiuto del sindaco De Magistris, non ha mai nascosto che per quanto riguarda il progetto del nuovo stadio, voglia aumentare in modo cospicuo il numero dei posti a sedere. A questo punto ci si chiede: davvero conviene fare tutto ciò se raramente si riesce a fare il tutto esaurito? Ai posteri (tifosi), dunque, l’ardua sentenza.

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