E sono sette i punti buttati via dal Napoli al San Paolo: 1-1 col Sassuolo, la sconfitta col Parma e l’allucinante e allucinogeno 3-3 con l’Udinese di ieri sera. Totale sette punti devoluti a squadre di medio-basso livello. Non si vincono così gli scudetti. Il Napoli scivola a meno otto dalla Juve, divario che oggi sembra un abisso. Tutto può cambiare e ridefinirsi, ma ora bisogna compiere un atto di fede per credere nel tricolore a maggio. Il Napoli si è impantanato. La Juve s’allontana, è sempre più distante, e mercoledì con l’Arsenal servirà un mezzo miracolo per restare nel dorato privé della Champions. Un bel pezzo di stagione rischia di essere compromesso già a Natale. I tifosi non l’hanno presa bene, al fischio finale diluvio di fischi e coro significativo: «Meritiamo di più». I giocatori sono andati sotto la Curva B per invocare clemenza, ma sono stati respinti in malo modo. Il tempo delle mele e del miele è finito, tra un po’ pioveranno pomodori.
Cause – Come si spiega l’inciampo con l’Udinese? In primis con la friabilità della fase difensiva e della difesa. La prima rete degli ospiti, quella del 2-1, è un autogol di Fernandez: e vabbé, può succedere. La seconda, il 2-2, nasce per concorso di colpe: sul banco degli imputati chi ha permesso a Bruno Fernandes di avanzare indisturbato e il portiere Rafael, buggerato dal tiro a scendere del portoghese perché mal posizionato. La terza, il 3-3 di Basta, assomiglia a un film horror, una squadra come il Napoli non può pigliare un gol del genere su corner, con palla ballonzolante e vagante, roba da scuola calcio. Come seconda causa scegliamo il monoteismo tattico. Rafa Benitez non si schioda dal 4-2-3-1. Apprezziamo la coerenza, ma le partite si possono aggiustare in corso d’opera come dimostrato da Francesco Guidolin. In svantaggio per 2-1, l’allenatore dell’Udinese ha tolto un difensore (Heurtaux), ha inserito un attaccante (Maicosuel) ed è passato dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1. La nuova formula ha funzionato, ha agitato le acque. Benitez, nel suo integralismo, ha operato cambi funzionali al suo sistema, ruolo per ruolo. In terza battuta ci sarebbe da parlare del calo di giri del motore: le gambe non vanno più sparate come a settembre e qui bisogna interrogarsi sulla preparazione estiva, sulla mancanza di fondo. Cicale ad agosto, marmotte a Natale?
Individualità – In questo momento il Napoli è tenuto in vita da certe spiccate capacità individuali e non dall’essere squadra. Goran Pandev ha realizzato una doppietta, Gonzalo Higuain ha creato il 2-0 con una travolgente discesa e ha scagliato il tiro da cui è nato il temporaneo 3-2 di Dzemaili. Avere bravi attaccanti però è inutile, se la difesa difende male e se in mediana si ragiona al ribasso: Inler, ieri in serata no come dimostrano le sue responsabilità su due gol subiti, è regista poco propositivo. L’Udinese ha fatto concorrenza al Napoli per amenità difensive – anche sui tre gol presi dai friulani ci sarebbe molto da dire -, ma esce dal San Paolo avvelenata per la mancata espulsione di Maggio. Un minuto dopo il 3-3, Maicosuel si è involato solo soletto verso Rafael. Maggio lo ha preso per la maglia. Se «o Mago» avesse fatto il furbo, si sarebbe lasciato cadere e l’espulsione per interruzione di chiara occasione da rete sarebbe scattata in automatico. Il brasiliano però è rimasto in piedi e ha dato modo al terzino di intervenire sul pallone in scivolata. Guidolin espulso per proteste. Chissà come sarebbe finita se la formazione di Benitez fosse rimasta in dieci. Di riffa o di Rafa il Napoli deve darsi una mossa.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Articolo modificato 8 Dic 2013 - 08:49