L’analisi, costruttiva, per migliorare. Due indizi fanno una prova. E gli indizi negativi per il Napoli di Rafa sono stati molto più di due. Va migliorata la fase difensiva, in tempi rapidissimi. Questo il primo vero problema, il più evidente. «Non mi sono piaciuti i gol subiti su palla inattiva», ha tuonato Benitez in sala stampa dopo il pari con l’Udinese. Un attimo prima lo aveva rimarcato con decisione negli spogliatoi del San Paolo agli azzurri. Toni decisi del tecnico spagnolo, soprattutto le disattenzioni sul primo e il terzo gol dell’Udinese proprio non sono andate giù a Rafa: una strigliata la sua, un richiamo alla massima attenzione sulle situazioni difensive da palla inattiva.
Lo ribadirà oggi alla squadra al completo a Castel Volturno. L’analisi di quello che non ha funzionato contro l’Udinese prima di partire con gli azzurri allo studio dell’Arsenal. E i difetti emersi contro la squadra di Guidolin sono quelli ormai evidenti da diverse partite. Il Napoli non regge i quattro attaccanti, troppo spregiudicato il modulo di Rafa quando la squadra non è al massimo dal punto di vista atletico e quando cala l’attenzione dei singoli in fase di non possesso. Modulo tattico già di per sè rischioso per il calcio italiano, lo è diventato ancora di più con l’infortunio di Hamsik, un giocatore che ti conferisce equilibrio in quella posizione, legando centrocampo e attacco.
I numeri sono chiari. In attacco il Napoli viaggia al ritmo delle migliori squadra in termini di gol segnati, Juventus e Inter. In difesa però i conti non tornano, in picchiata le cifre in riferimento ai gol subiti, abissale la distanza rispetto alle due squadre migliori, Roma e Juventus. Diciassette in totale in campionato, troppi per una squadra di vertice: quindici reti incassate nelle ultime sette gare tra campionato e Champions, cioè più di due gol a partita. Fase difensiva da migliorare rinforzando il centrocampo o con il sacrificio ancora maggiore degli esterni di attacco per evitare che i centrali davanti alla difesa vadano costantemente in inferiorità numerica. E poi c’è da migliorare la concentrazione dei singoli sulle palle inattive e sulle situazioni di gioco, i centrali difensivi Britos e Fernandez a turno si sono macchiati di errori evidenti. L’altro problema è quello dei laterali, Maggio e Armero non sono adeguati in una difesa a quattro, vanno in sofferenza. Reveillere si vede che non è ancora al massimo della condizione e comunque a sinistra si trova a disagio. Si è avvertita tantissimo l’assenza di Zuniga per infortunio, il colombiano proprio come Hamsik è un elemento chiave in questo Napoli.
E poi la condizione atletica generale è in calo. Soffrono a centrocampo Inler e Behrami, i due svizzeri che avevano dato nella prima fase di stagione un contributo essenziale in fase di non possesso recuperando numerosissimi palloni. Appannamento che in questa fase riguarda anche egli esterni di attacco, Callejon e Insigne. Tutte queste situazioni messe insieme hanno fatto perdere equilibrio alla squadra.
E poi è evidente che in questo Napoli tre giocatori sono insostituibili: il portiere Reina che fin qui ha assicurato un bonus di punti importanti, il difensore centrale Albiol e l’attaccante avanzato Higuain. Tutti e tre sono importanti da un punto di vista tecnico e come presenza e carattere, sono loro i trascinatori per i compagni, insieme a Behrami. Gli uomini decisivi, quelli che danno consistenza alla squadra. E per centrare un’impresa come quella contro l’Arsenal servono innanzitutto doti agonistiche, serve il carattere degli uomini forti.
Rafa non cambia il modulo ma gli accorgimenti sono necessari per non subire gol. Correttivi immediati perchè contro l’Arsenal non occorre soltanto segnare tre gol ma bisogna anche non incassarne. La duttilità tattica anche a partita in corso è un valore aggiunto per le squadre. Benitez invece inizia e finisce le partite allo stesso modo, sia quando si vince, sia quando si perde. E invece cambi indovinati di uomini e di strategie spesso sono decisivi per vincere le partite.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 9 Dic 2013 - 08:30