Analisi di un pomeriggio turco: “L’ultimo ricco pasto di un condannato a morte…”

Sì, diciamocelo senza mezze misure. Abbiamo goduto un po’ tutti quando quel lento pallone sul nevischio ha attraversato la linea protetta, fino a quel momento, maestosamente da Gigi Buffon.

Perché attraverso quel movimento rotatorio di quella sfera abbiamo avuto la percezione dell’arrivo di un ultimo pomeriggio di sorrisi, ilarità e scherno, prima di buttarci in una serata dalle emozioni a cardiopalmo dove le probabilità ci dicono che ne usciremo sconfitti e delusi.

“Un ultimo ricco pasto di un condannato a morte”

E’ stato questo per noi napoletani questo “amaro” pomeriggio dei nemici di sempre, puniti da un ex interista nel momento migliore per scacciare quella superbia che da sempre non tolleriamo, fonte di mille battaglie, da bar o da social network.

Sulla neve di Istanbul è andata in scena la panacea dei nostri desideri: farli cadere coi piedi per terra dopo troppi anni di vittorie. E si sa che quando si vince si diventa antipatici, troppo antipatici.

Non importa se il nostro destino è già scritto e ancora più doloroso. Perché rischiare di uscire con 12 punti in un girone di ferro è ancora peggio di uscire contro squadre del “calibro” di Galatasaray e Copenaghen.

Però ci prendiamo quest’ultimo sorso di felicità prima di affogare nel baratro.

Poi non si sa mai…

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