Non solo Higuain e Pandev, il Napoli si gode il tridente delle meraviglie

«Stiamo lavorando per migliorare», «Non c’è stato tanto tempo per provare», «Siamo ancora al settantacinque per cento rispetto al potenziale», queste le dichiarazioni più usate da Benitez negli ultimi tempi. Non ipotizzava di dover rivedere il modulo. Mai sfiorata l’idea. Il tecnico del Napoli pensava solo a qualche esperimento che riguardava soprattutto le alternative a gara in corso. Lo rimproveravano, infatti, da più parti, di presentare una squadra troppo prevedibile, capace di esprimersi in una maniera soltanto. A Marsiglia ha iniziato con il primo: la punta fisica al centro dell’attacco, Duvan Zapata, per dare più consistenza al reparto. Male non era andato. Duvan, infatti, era andato anche in gol. Poi ha perso per strada anche Hamsik oltre a Mesto e Zuniga. Ed ha provato con Pandev dietro Higuain che però non riesce a fare l’elastico. Ecco l’idea che si è rivelata geniale: Callejon centrale, Mertens a destra, Insigne a sinistra. A gara in corso, è come inserire un turbo e migliorare persino gli equilibri di squadra.

MERTENS. Il volto nuovo è lui, Dries Mertens, il volante belga che corre e sgomita lungo l’out destro. Sgusciante ed incisivo. Tenace e furbo. Con Maggio forma una catena quasi perfetta. Entrambi dinamici, capaci di interpretare con altrettanta diligenza le due fasi di gioco. E più giocano insieme, prima si perfezionano gli automatismi. Quando Mertens svaria a supporto del centrocampo, Maggio può affondare lungo quella fascia liberata a sorpresa; quando il belga si fionda negli spazi, il nazionale azzurro resta in copertura. Insomma un tandem capace di destabilizzare da un momento all’altro il dispositivo tattico degli avversari. Non solo. L’ex trottolino del PSV Eindhoven possiede un cambio di marcia in corsa preziosissimo quando si tratta di alzare il ritmo e spostare in avanti il baricentro. Con l’Arsenal, Mertens è stato incontenibile nella fase di contrasto. Come una zanzara è andato a punzecchiare continuamente i «gunners» portatori di palla. E quando Callejon si è spostato al centro, con Insigne a sinistra, lui e Maggio sulla destra si sono rivelati delle spine nel fianco della difesa schierata da Wenger. Senza tralasciare che Mertens vanta il titolo di migliore assistman dell’Eredivisie con diciassette assist-gol, nonchè autore di sedici reti con la maglia del PSV. Con il Napoli ne ha realizzato uno soltanto finora, ma quantomai pesante, a Firenze. Senza tralasciare che sa cimentarsi sia a destra che a sinistra e con Insigne potrebbe creare un tourbillon micidiale.

CALLEJON. Due gol in Champions League: uno al Borussia Dortmund, un altro all’Arsenal. Josè Maria Callejon ha eguagliato il numero di reti realizzate la scorsa stagione al Real Madrid in Europa. Realizzò, infatti, una doppietta all’Ajax, al Bernabeu. Ma nel Napoli, oltre alle sette reti siglate in campionato (l’anno scorso ne siglò appena tre nella Liga), Callejon ha confermato proprio in Champions di essere una pedina preziosa, irrinunciabile, eclettica fino all’inverosimile. Sa giocare indifferentemente a destra come a sinistra. Con l’Arsenal, infatti, Benitez lo aveva schierato inzialmente a sinistra proprio per proteggere Armero che in fase difensiva aveva mostrato qualche amnesia di troppo. Ma quando si è spostato al centro del tridente dei trequartisti, dopo l’uscita di Pandev, Callejon ha dato il meglio di sè. Il gol del due a zero ha rappresentato solo l’apice di una prestazione da incorniciare. Per il resto, il figlioccio di Don Rafa ha lottato su ogni pallone a centrocampo dando un aiuto non da poco a Dzemaili e Behrami; si è proposto sulla trequarti allo scarico sia per Insigne che per Mertens; ha aggredito gli spazi e dialogato con Higuain a ripetizione. In attesa del pieno recupero di Hamsik ed allorchè c’è da dare il cambio a Pandev, Benitez ha trovato la soluzione che cercava: un tridente composto da Mertens-Callejon-Insigne. Con Higuain pronto a beneficiare di quella giostra azionata alle sue spalle.

INSIGNE. Dall’inizio o a gara in corso, Benitez lo ha impiegato sempre. Ad Insigne manca solo il gol in campionato. Ma la sua prima Champions League rimane comunque da ricordare. Due reti siglate entrambe ai vice campioni d’Europa non sono bastate per la qualificazione agli ottavi ma sono servite ad accrescere la sua autostima ed a rafforzare la convinzione di potersi misurare anche contro i giganti del calcio europeo. Pronto, quindi, per essere chiamato da Prandelli ai mondiali. Insigne sta maturando in maniera esponenziale sotto il profilo tattico. Ripiega quando c’è da ripiegare. Non abusa più del solito movimento con finta a sinistra e conversione al centro con tiro a giro. Dialoga e tiene d’occhio gli inserimenti del suo compagno di linea: in questo caso, Armero. Ma quando Callejon rileva Pandev, spostandosi al centro, Insigne sembra trovarsi persino più a suo agio. Trova un riferimento in più per vie centrali, non solo Higuain. Sa che c’è un altro compagno capace di inserirsi e da servire al momento giusto. E’ nato così lo splendido assist per il secondo gol all’Arsenal. L’ex pupillo di Zeman ha visto con la coda dell’occhio Callejon che s’inseriva e l’ha servito a puntino mentre Higuain attirava a sé gli altri difensori dei «gunners». Ecco l’altra interessante variante tattica meditata da Benitez: Insigne sulla sinistra a fare da guastatore sulla trequarti, a liberare spazio per gli inserimenti di Armero, a servire Callejon ed Higuain pronti e preparati ai tagli. Ma Lorenzinho ha anche licenza di battere a rete. E prima o poi, esulterà anche in campionato. Magari sotto gli occhi di chi lo fece esordire in A ma poi lo impiegava a spezzoni.

FONTE Corriere dello Sport

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