Tre è il numero perfetto: e per sfilare via da quella nuvola di malinconia, per immergersi nel futuro, per scrollarsi da dentro la tristezza d’un miracolo evaporato a tre (stavolta numero imperfetto) minuti dalla fine di Olympique-Borussia Dortmund, serve la spruzzata d’ottimismo e di fiducia e quel «piano segreto» che si può andare a scovare tra le pieghe del discorso di De Laurentiis, infarcito di messaggi subliminali. «Noi siamo attenti a ciò che succede in giro. La gara con l’Arsenal ha confermato la bontà delle nostre scelte ma il nostro mercato è sempre in fieri…» . Tre uomini per un Napoli perfetto: ma gira e rigira, in quel universo in cui i segreti durano dalla sera alla sera, il sospetto che esista il desiderio di spingersi oltre e di regalarsi persino una perla in più va contemplato. E allora, avanti però con giudizio, ossequiando innanzitutto – come da nove anni in qua – il progetto, ma scovando il meglio (secondo i propri parametri e le proprie esigenze) nel mezzo della difesa, poi a sinistra, poi a metà campo e infine persino sulla trequarti. I taccuini, a Natale, sono colmi di sorprese: dal libro dei sogni esce l’argentino Musacchio del Villarreal, poi compare il serbo Kolarov del Mancity, si ritrova il francese Matuidi del Psg e, ladies and gentlmen, s’intravede persino il «fiocco» con Erik Lamela del Tottenham.
DIFESA. La figura più aderente all’idea del Napoli, lì al fianco di Albiol, è inaspettatamente quella di Mateo Pablo Musacchio (24 anni ad agosto), un gigante sudamericano di stanza al Villarreal, una certezza per pianificare investendo su certezze in età verde. Musacchio è divenuto il centrale di riferimento sul quale spingersi e per il quale industriarsi in trattativa non ancora avviata.
L’ESTERNO. Ma la svolta è a sinistra, a sorpresa: perché la pole, in quella corsia, l’ha guadagnata Aleksandar Kolarov (28 compiuti un mesetto fa), mica uno qualsiasi. La figura è da top player, le difficoltà di strapparlo al Manchester City non sono elevatissime, ma la cronaca è in questa conversione sull’ex laziale, il soggetto giusto per fare l’ennesimo salto di qualità. Kolarov è il dominatore della fascia (nelle intenzioni) ma se la realtà dovesse indurre a indietreggiare, ricomparirebbe come possibilità il genoano Antonelli (27 a febbraio), sul quale c’è un’opzione (diciamo così) morale.
CENTROCAMPO. Tutti in fila però alle spalle di Blasi Matuidi (27), che si svincolerà nel prossimo giugno e che vorrebbe godersi Parigi e la Champions per il prossimo semestre: il Napoli c’è, eccome, ed aspetta di capire come e se possa evolvere la situazione. Però un salto in Spagna è stato fatto: per acquisire nozioni su Daniel Parejo (25 ad aprile) del Valencia, l’eclettico centrocampista buono per qualsiasi uso. Fernando (27 a luglio) è nella stessa situazione di Matuidi, ma viene dopo nelle gerarchie attuali.
OH ERIK. Ma il sogno eccolo qua: Erik Lamela (appena 22 anni a febbraio) ha tolto il sonno a De Laurentiis, ha incantato Bigon, stordisce pure il compassato Benitez. Il Napoli s’è interrogato sull’opportunità (gli esterni non mancano), è consapevole della complessità dell’operazione d’un calciatore pagato appena nel giugno passato trenta milioni di euro: se il Tottenham dicesse sì per un prestito… Lamela del desiderio è lo stesso che ha spinto De Laurentiis ad offrire (e mica tanto tempo fa) 40 milioni per averlo assieme a Marquinhos. Fu impossibile quella volta ma chi lo sa adesso. Sotto l’albero c’è posto….
FONTE Corriere dello Sport
Articolo modificato 13 Dic 2013 - 09:54