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Una vecchia storia che ancora rimabalza tra le polemiche dei forcaioli e l’assoluzione dei tifosi affezionati. Quello di Maradona è un esilio che dura da vent’anni, intervallato da qualche breve incursione, l’ultima all’Olimpico in una sfortunata Roma- Napoli. Dopo il gesto dell’ombrello rivolto ad Equitalia, Diego torna a far parlare di sè, intervendendo a Virus, una trasmissione strillona della tv pubblica. Da Dubai, con avvocato Pisani al seguito, Diego urla la sua verità, impugnando un pezzo di carta dice: “Questa è la sentenza del 1992 che mi assolve, ecco il mio regalo di Natale”. Tanti napoletani hanno esultato alla notizia, come se Maradona avesse segnato un goal allo scadere. Un ultimo affondo al fisco e alla sua bizzarra persecuzione: ” Nessuno ha detto che a Milano hanno sfondato la porta della mia stanza in albergo. Volevano prendersi le valigie.”

Poi chiacchiera di tutto: la religione, la famiglia, la politica. Ne ha per tutti: i reali inglesi, Agnelli e la Fiat. L’umanità del campione indirizza un augurio agli italiani per un 2014 migliore e magari di recesso dalla crisi.

Il conduttore non resiste e pone la solita domanda tendenziale: ” Per sopravvivere a Napoli, bisogna trasgredire?” “Il problema di Napoli è che la testa del napoletano è troppo veloce rispetto alle altre teste”. E in una slancio emozionale Diego riprende: “Mi manca non poter tornare a Napoli e ricevere l’affetto della gente”.

Di contro, la gente non l’ha mai scordato (e come potrebbe?!) e spera in un suo ritorno in città e di rivederlo ancora al San Paolo come spettatore o chissà…

Articolo modificato 14 Dic 2013 - 12:08

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Scritto da
redazione