Avete presente la sensazione di quando siete invitati ad una festa in cui sapete che ci sarà sicuramente un vostro ex-fidanzato? Uno di quelli importanti, con cui avete avuto una bella storia d’amore, bellissime giornate trascorse insieme, ma finita male, quasi a pesci in faccia? E, magari, lui ci viene con la nuova fidanzata e voi ci andate con il nuovo fidanzato. E, nonostante non siate più innamorati di lui, sperate, comunque, con tutto il cuore che la sua nuova donna non sia all’altezza, abbia qualche grosso difetto, sbagli abbigliamento o faccia qualche gaffes, mentre sperate che il vostro nuovo uomo sia completamente padrone della situazione e splendido come non mai… ecco! La partita del Napoli di Benitez contro l’Inter di Mazzarri io l’ho vista così. E, anche se qualche difettuccio il nostro amore ce l’ha e l’ha fatto vedere, nulla a che vedere con la coda tra le gambe con cui lascia la festa l’ex.
Signore e signori, ecco a voi, Napoli-Inter! Una partita che, com’ è stato scritto da più parti in settimana, avrebbe potuto finire 65-64 o, più realisticamente, 8-7, grazie a due difese indifendibili. Una partita aspettata da tutti i tifosi napoletani. O, almeno, da quelli che aspettano quelle tre/quattro partite all’anno e non di più. Più biglietti venduti per vedere l’ex fidanzato venire alla festa con la femmina sbagliata che per sostenere il proprio amore in una situazione complicata. Più tifosi per Napoli-Inter che per Napoli-Arsenal. E questo è molto triste.
In tutti i casi, arriviamo allo stadio subito dopo le partite delle 15. Solito parcheggio ai campetti di via Terracina, solito passaggio ai cancelli con palpatina allo zaino. Stavolta la steward è diversa e appronta un gioco carino: tasta e capisci l’oggetto contenuto. Oggetto morbisodo: giubbino. 15 dicembre e fa ancora caldo per andare allo stadio con il giubbino. Ma me lo porto sempre, che non si sa mai. Oggetto rettangolare e duro: occhiali da vista. Oggetto dalla forma strana, con un filo, poi un rettangolo con due corna. Vedo la steward in difficoltà, poi le si illuminano gli occhi: caricabatterie! “Brav’!”, esclamo io, felice finalmente di potermi liberare e correre verso gli spalti. “Puoi andare!”, esclama lei felicissima di aver indovinato e vinto un milione di dollari. Fatto sta che io ho impiegato due minuti in più per togliermi l’ansia da ingresso in curva.
I discorsi che tengono banco durante il pre-partita sono sicuramente di alto profilo e di forte interesse e possono essere così riassunti:
– fischi a Mazzarri sì, fischi a Mazzarri no
– applausi a Campagnaro si, applausi a Campagnaro no
– applausi per Rolando si, applausi per Rolando no…ma, Rolando chi???!
– noccioline si, noccioline no
– pandoro con nutella si, pandoro con nutella no
– andiamo a Cagliari si, andiamo a Cagliari no
– le cheerleaders vestite da Babbo Natale no, le cheerleaders vestite da Babbo Natale…NO!
Quando la squadra entra per il riscaldamento, vediamo subito le novità: Reina non ce la fa e gioca Rafael, Behrami non ce la fa e gioca Smaili, Pandev non ce la fa e giocano insieme Mertens e Insigne con Callejon. E la domanda sorge spontanea: “Ma dove si allenano?! Su un campo minato?”. Poco male: Rafael in coppa si è riscattato e ha capito che non deve lasciare troppo la posizione tra i pali. Peccato che ha preso la questione troppo alla lettera e in parecchie occasioni ci ha ricordato il vecchio buon De Sanctis, versione portiere del Subbuteo! Smaili ha fatto una gran partita, coronata da uno dei 4 goal. Perché, ormai, se non facciamo almeno 4 goal rischiamo di perderle sempre. Mertens, per quanto mi riguarda, non dovrebbe mai lasciare il campo a nessuno. E nell’occasione del goal, ha tolto elegantemente Smaili dall’imbarazzo di non saper cosa fare con una palla al limite dell’area avversaria. Buttarla in rete è stato un giusto suggerimento. Mertens è un ragazzo intelligente.
La partita comincia con uno striscione discutibile della curva B in favore di Mazzarri, tra fischi e cori contro il livornese di tutto il resto dello stadio. Lui applaude, dimostrando di avere una buona vista e di saper leggere, ma con evidenti problemi di udito. Al secondo tempo, per fortuna, la curva A mette le cose in chiaro: “Per come hai lavorato sei stato rispettato, ma per il modo in cui te ne sei andato, mai sarai onorato. Mazzarri vigliacco!“. Meditiamo tutti di cambiare settore l’anno prossimo, contro una curva B che ha, ormai, come primo nemico se stessa, la squadra e la maglia che è chiamata a sostenere.
Poi, i primi minuti sono un mistero avvolto dai fumogeni. Nebbia sul campo per far sentire a proprio agio la squadra di Milano e migliaia di euro di multa per il Presidente malvoluto.
La nebbia s’è diradata giusto in tempo per vedere un goal spettacolare del Pipita, un Cambiasso sempre troppo solo al centro, un Insigne che, per una volta che non fa il tiro a giro, prende l’incrocio dei pali, un Mertens che ha i neuroni e i piedi che funzionano, un Rafael imperfetto e un Callejon sempre pronto. Subiamo due goal, ma ne facciamo quattro. Sul rigore, è triste dirlo, ma eravamo tutti distratti come se già sapessimo di non metterlo dentro. La manita non fa per noi, ma poi abbiamo capito perché. Pandev sapeva che due amici avevano scommesso il 4-2 e la sua magnanimità ha evitato la bestemmia dei due scommettitori. Una bestemmia che sarebbe stata incompresa ai più.
Insomma, ce ne andiamo dal campo felici e con la certezza che il livornese si sarebbe aggrappato all’arbitraggio, all’espulsione, all’episodio sfavorevole, alla sfortuna, al campo impraticabile per nev…ah no! Quello è un altro!
La verità è una. I fidanzati vanno e vengono, ma l’amore e la passione che noi abbiamo dentro, quelle non cambieranno mai. Ma, la soddisfazione di vederlo andare via, rosso in volto, sentirlo ammantare scuse e arrampicarsi sugli specchi non ha prezzo. Per tutto il resto, c’è l’abbraccio dei miei compagni, che dal secondo goal in poi non mi ha lasciato più…
Forza Napoli e dalla curva B ci colleghiamo ad anno nuovo!
Articolo modificato 16 Dic 2013 - 09:22