Don Rafa lo sa: la fase difensiva del Napoli picchia in testa da ben sette gare, le ultime sette. Ed ha anche rivelato le sue preoccupazioni nel dopo-partita con l’Inter, allorchè ci fu bisogno della quarta rete, quella di Callejon, per mettere al sicuro la vittoria, nonostante il tre a due. E se prima Benitez riteneva che il trend negativo dipendesse da errori dei singoli, stavolta il tecnico spagnolo ha ampliato il concetto. «E’ la squadra che in certi momenti interpreta male la fase passiva. Ed in questa, si inseriscono gli errori dei singoli. Dobbiamo lavorare per migliorare anche questo aspetto. Stiamo lavorando, anche se bisogna tener presente che abbiamo dovuto fare a meno sia di Zuniga che di Mesto» , ebbe a dire domenica notte con la sua tipica signorilità ed il garbo che lo contraddistingue. Sorprende che la difesa del Napoli si lasci trovare fuori posizione spesso e volentieri. E sorprende che taluni sincronismi, diagonali come l’azionare l’off side, non scattino al momento opportuno. Questione di uomini ma anche di reparti. In diverse occasioni, infatti, il centrocampo non fornisce adeguata protezione alla difesa e le linee tra i reparti risultano troppo distanti tra loro.
PRIMA STRADA – In attesa del recupero di Zuniga (per Mesto se ne parlerà a fine campionato), Benitez dovrà lavorare con gli uomini che si trova a disposizione. Almeno fino a gennaio. Non a caso sta cercando di inculcare ad Armero i principi basilari della marcatura a uomo sul fianco sinistro; e non a caso, sta incoraggiando Maggio ad interpretare al meglio il ruolo dell’esterno basso Maggiore attenzione sui palloni inattivi La linea a quattro deve ritrovare migliori equilibri piuttosto che quello dell’esterno capace di inserirsi in attacco. Per il tecnico è importante che la linea di difesa a quattro si muova in sintonia e non smarrisce le posizioni al minimo affondo dell’avversario. Sta insistendo con Fernandez al fianco di Albiol al centro anche se non ha abbandonato Britos. Insomma, addestramento tattico con palla in movimento e sulle palle inattive, questa la prima strada percorsa da Benitez. E per far tirare il fiato ad Armero ha fatto anche ricorso a Reveillere. Il problema, semmai, è a destra laddove c’è soltanto Maggio. Ma con lo stop delle coppe europee, non dovrebbe più nascere la necessità di una rotazione.
SECONDA STRADA – Il secondo tentativo effettuato da Don Rafa per migliorare la fase passiva coinvolge invece il centrocampo. Oltre ai due centrali (Dzemaili sta fornendo ottime risposte al posto di Inler o Behrami), il tecnico chiede ai tre che stazionano alle spalle di Higuain di ripiegare ed azionare per primi il pressing sul portatore di palla avversario. Movimenti riusciti alla perfezione con l’Arsenal, a fasi alterne, invece, con l’Inter. Benitez vuole assicurarsi più densità in cabina di regia in fase di contenimento ed in tal senso E anche lo spagnolo è pronto a cambiare ruoli e schemi: con l’Inter ha rinunciato perfino a Higuain. Si spiega così l’impiego di Callejon in posizione centrale o di Mertens che si è rivelato anche un abile catturatore di palloni. Con i nerazzurri di Mazzarri, poi, il Napoli ha rimpiazzato Higuain con un centrocampista (Behrami) a dimostrazione che Benitez non è così testardo in quanto a sistema di gioco. Se deve apportare qualche modifica al modulo, procede.
Insomma, l’elasticità mentale del tecnico deriva dall’esperienza accumulata in questi anni ma anche da una maggiore conoscenza del calcio italiano.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 18 Dic 2013 - 12:46