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Audiogallery – Canzoni e pallone, quando i cantautori hanno scritto di calcio

Parlami di calcio attraverso la musica, fammi respirare il campo sulle note di una canzone…

Quale modo più originale e affascinante per raccontare la storia del calcio che è anche un po’ la storia della nostra vita, le tappe a cui diamo importanza nella nostra vita vengono spesso accostate ad un evento sportivo oppure, per l’appunto, ad una canzone che ne ha raccontato le gesta.

Volendo rappresentare un elenco dei brani più significativi che hanno parlato di pallone, ripercorriamo un excursus storico partendo dalla musica che ha parlato del Napoli e di Napoli, dove Nino D’Angelo, con la sua “Il ragazzo della curva B” ancora oggi emoziona i tifosi partenopei e spinge al canto ogni qual volta, al San Paolo viene intonata:

Il testo è emblematico:

‘a bandiera tutta azzurra 
Ca rassumiglia ‘o cielo 
E ‘o mare ‘e sta citta’ 
Forza napoli 
Rint’all’uocchi’e ste guaglione 
Ca se scordano ‘e problemi 
E si mettono a canta’ 

Meno conosciuta ma bellissimo è anche il pezzo degli StadioDoma il mare, il mare doma” dove Diego Maradona e gli anni di Napoli sono l’argomento principale di un pezzo che descrive il successo ed il fango del campione che ha fatto impazzire il mondo attraverso le sue gesta in maglia azzurra:

Calciando in rete il pallone
il cielo bruciava la stanza
mentre la sposa bambina
a un ritmo leggero di danza
giocava nell’aria di Mergellina.

Dall’archivio storico del 1965 abbiamo, invece, scovato una chicca. Con l’avvento di Sivori e Altafini  Napoli sognava il tricolore, grazie attraverso la simpatica canzoncina di Toni SantagataCiuccio ‘fa tu” attraverso cui è chiaro il messaggio di speranza per la conquista del campionato grazie anche all’avvento dei campioni sopracitati:

Il dialetto che si presta alle rime in modo perfetto: Canè, Altafini affianc a tte, Pesà, pure Sivori sta ccà. Pè stu campionato tenimme nu progetto, mpiett a stu ciucciariell c’amma mettere ‘o scudetto.

Superando i confini, andiamo a toccare la storia della musica italiana che è piena zeppa di canzoni che hanno segnato epoche e che tutt’oggi riecheggiano nella mente di milioni di appassionati. Forse quella che rappresenta il patrimonio italiano in maniera più generale resta “La leva calcistica della classe ’68” del grande Francesco De Gregori, in cui un calcio di rigore si trasforma in un momento in cui dimostrare che “non è attraverso questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia“, un pezzo meraviglioso in cui si possono leggere in maniera sintomatica le speranze non per forza legate ad un pallone e alle capacità del calciatore Nino:

A Rita Pavone le si deve certamente l’inno delle donne italiane che, nel boom del calcio in Italia, si vedono sempre più spesso abbandonate dai propri “uomini” che la domenica preferiscono “La partita di pallone” (titolo della canzone) invece che stare con loro ad amoreggiare, tra dubbi e perplessità che sia tutta una scusa per fare altro…

Perché perché
la domenica mi lasci sempre sola
per andare a vedere la partita
di pallone
perché perché
una volta non ci porti anche me.

La storia della musica italiana viene a galla quando si parla di Antonello Venditti e della sua stupenda “Grazie Roma“, dove anche chi non è tifoso giallorosso non può fare altro che cantare quest’inno gioioso e “che ci toglie il respiro e che ci parla d’amore“:

Ed ecco il Quartetto Cetra nei primi anni ’60 con un simpatico pezzo, reso un successo grazie anche alle loro capacità vocali stile “coro“, una novità per quell’epoca.Che centrattacco!” Tu sei un cerbiatto. Sei meglio di Levratto, ogni tiro va nel sacco». La citazione di Levratto, il mitico spaccareti degli anni ’20, è piuttosto ricercata per il periodo. Viene citato anche Bruno Nicolè, centravanti prodigio che esordì nella Juventus a soli 17 anni. Nello stesso periodo il Quartetto tornò a occuparsi di calcio con Vavà Didì Pelè, una samba musicalmente sofisticata ma oggi pressocché impresentabile per via del testo sui “tre giocolier di cioccolata del verde regno del caffè”. E sempre “felici come fosse carneval”, naturalmente.

Come dimenticare Claudio Baglioni con “Tutto il calcio minuto per minuto” dove la famosa trasmissione radiofonica diventa tragico evento per la fine di una storia d’amore:

«….e a due a due vanno via dietro un’aria tagliente a vetrini di un pomeriggio nudo, la
radio dietro alle persiane e “Tutto il calcio minuto per minuto”….»
Luciano Ligabue è forse il cantore più recente di uno degli inni più belli per il calcio, lo testimonia il pezzo “Una vita da mediano” attraverso cui un mediano diventa l’uomo che va avanti nella vita come  gregario, con umiltà, nonostante non sia rivolto al successo, ma compie i suoi passi con sacrificio, senza mai lamentarsi.La citazione di Oriali, come spiegato dallo stesso artista, non ha mai significato che il pezzo è a lui dedicato:

una vita da mediano 
a recuperar palloni 
nato senza i piedi buoni 
lavorare sui polmoni 

Eduardo Bennato ha regalato magnifiche canzoni al calcio, una su tutte è sicuramente la colonna sonora dei mondiali 1990 cantata assieme a Gianna Nannini, l’indimenticabile “Un’estate italiana” in cui rimembriamo le gesta di Schillaci nelle “notti magiche” e l’amarezza per un mondiale che sembrava nelle mani dell’Italia:

Forse non sara una canzone
a cambiare le regole del gioco
ma voglio viverla cosi quest’ avventura
senza frontiere e con il cuore in gola

Lo stesso Bennato ha scritto “E’ goal” un’altra ballata che è divenuta addirittura sigla iniziale de “La domenica sportiva” datata 1984:

Tutti quanti in attesa
non è ancora successo niente
ed è questo il momento
di inventare una mossa vincente…E’ goal!
E’ goal!… E’ goal!… Imprevedibile!

Sempre Bennato, quando vestì i panni di “Joe Sarnataro” scrisse e cantò le gesta di Maradona attraverso il pezzo “E’ asciuto pazzo ‘o padrone” in cui si delineano gli scenari che hanno spinto Diego verso la fine di una storia d’amore bellissima con la città:

E’ asciuto pazzo ‘o padrone
e se n’è ghiuto, e accussi
mo’ per vede’ ‘noto comm’è isso
avite voglia ‘o speri
chillo era ‘o meglio d’o munno
e pure l’avite fatto fui!…

Con Mina e la sua “Ossessione 70” si ripercorrono i mondiali del ’70 dove la cantautrice, vista l’incredibile popolarità delle diatribe sulla formazione e sul conseguente dibattito italiano, decise di “musicare” la formazione dell‘Italia con le sfumature relative al destino di ognuno, titolari, panchinari e …presunti tali; un bossanova d’altri tempi:

«Albertosi Albertosi
Burgnich e Facchetti
con Bertini, Rosato e Cera..c’era un gol
Domenghini e Mazzola
Bonsinsegna e Rivera in panchina
in panchina…..con Zoff
Riva Riva De Sisti…
non t’innervosire
Valcareggi ti sta a guardare, segna un gol
Domenghini e Rivera
Boninsegna e Mazzola in panchina
in panchina…con Zoff
Juliano, Poletti Furino e Gori
non sono rimasti sempre fuori
Niccolai Niccolai
ha giocato un’ora
Vieri, Prati Ferrante e Puia invece mai
Domenghini e Mazzola
Bonsinsegna e Rivera in panchina
in panchina…..con Zoff»
Chiudiamo il nostro ciclo musicale citando ancora una volta Diego Maradona, si, ancora lui, che presta la sua storia alla musica, questa volta attraverso le note di Manu Chao, che gli dedica “La vida tombola“. Il video è tratto dal filmi di Kusturica sulle gesta di Diego:

Si yo fuera Maradona viviría como él 
si yo fuera Maradona frente a cualquier portería 
si yo fuera Maradona nunca m’equivocaría 
si yo fuera Maradona perdido en cualquier lugar. 
La vida es una tómbola… de noche y de día… 
la vida es una tómbola y arriba y arriba…. 

Articolo modificato 20 Dic 2013 - 03:25

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Scritto da
redazione