Ma chi l’avrebbe detto, che sarebbe finita così? Grande (e pure grandissimo) con le grandi e piccolo (talvolta piccolissimo) con le provinciali. E’ la storia di ieri, ma pure quella di oggi: è l’incapacità costante del Napoli di crescere, di elevare la sua esistenza a livelli stellari, di scrollarsi di dosso (o da dentro) la paura di volare, rimediando quel pizzico di personalità in più che serve per fare la differenza. Lo dicono i numeri, lo confermano le prestazioni: Borussia Dortmund e Arsenal, Inter e Milan battute, talvolta in scioltezza, poi la sconfitta interna con il Parma da sommare ai pareggi con Sassuolo e Udinese e ad una nottata in chiaroscuro a Cagliari, dove invece emerge non solo la capacità di essere squadra dei rossoblù ma anche il carattere d’un gruppo che per salvarsi utilizza tutte le strategie, offende e difende, si modella all’avversario e poi fa la gara su se stessa, lavorando sui propri limiti.
La straordinaria macchina dal gol di Benitez s’è improvvisamente infilata in un vicolo cieco, è andata a sbattere contro quel fortino che Lopez ha deciso di erigere nel secondo tempo, dopo aver mostrato la propria coraggiosa espressione truce. Il modulo diviene persino un dettaglio, incredibile ma vero, perché non si cancellano in sei giorni le nozioni di palleggio e la solennità nell’attaccare lo spazio, nello spostare la difesa altrui: più che le gambe ed il modulo, pure stavolta pare una questione di testa. Ma il laboratorio di Benitez è aperto e il mercato sta per spalancare le proprie porte: si trova la personalità in vendita?
FONTE Corriere dello Sport