Grandi investimenti, resa controversa. È il mercato di riparazione del Napoli nell’era De Laurentiis: in nove finestre di mercato il club è sempre intervenuto, sovente con risultati deludenti. Massiccio il movimento di denaro: circa 65 milioni di euro investiti per acquistare 30 calciatori.
Pochi i colpi indovinati, diversi i flop: tra i primi sicuramente Calaiò (in C), Pazienza, Dossena e Armero (almeno per il rendimento dello scorso campionato), tra i secondi Vargas, Datolo e Victor Ruiz, in ordine di investimento. Dodici mesi fa Mazzarri si disse «soddisfatto» per i 4 acquisti operati da Bigon: arrivarono Armero, Rolando, Calaiò e Radosevic. I primi due hanno parzialmente contribuito alla qualificazione in Champions, solo 8 gare per la punta e sei panchine per il croato. Due anni fa l’unico colpo di mercato che ha illuso tutti: 12 milioni per Edu Vargas, che ora verrà di nuovo ceduto in prestito. Tre gol in Europa League a parte, il cileno non si è mai ambientato.
Nel gennaio del 2011 arrivarono Victor Ruiz e Mascara, più meteore che rinforzi: costati quasi 10 milioni di euro, il difensore è stato ceduto 6 mesi dopo al Valencia, l’attaccante un anno dopo al Novara, dopo discrete prestazioni. Mirato invece il mercato del 2010: dal Liverpool di Benitez arrivò, per 3,7 milioni di euro, Dossena, il cui rendimento fu buono solo nella stagione seguente. Altro flop nel gennaio precedente, quando arrivò Datolo dal Boca Juniors per 6,8 milioni di euro: De Laurentiis ancora rimpiange il giro di campo con lui al San Paolo prima di un Napoli-Udinese. Con lui anche Bucci, rimpiazzo per l’infortunato Iezzo.
Il miglior mercato di riparazione è stato probabilmente quello del 2008: l’allora dg Marino puntellò il Napoli di Reja, già in posizione medio-alta di classifica, con gli innesti di Santacroce, Mannini, Pazienza e Navarro per oltre 21 milioni. Il mediano diventerà cruciale con Mazzarri, ma Mannini e, soprattutto, Santacroce (prima di uscire di scena), furono molto utili nell’immediato. Il doppio salto dalla C alla serie A si è consumato anche attraverso il mercato di riparazione: nel 2005 era necessario integrare l’organico costruito a settembre con gli scarti degli altri. E così arrivarono ben 11 calciatori, tra cui Calaiò, Pià, Capparella, Fontana e Grava. La promozione in B però avvenne un anno dopo, anche grazie agli innesti invernali (Trotta, Cupi, Lacrimini e Giglio, quest’ultimo mai visto in azzurro).
Un solo rinforzo nel 2007, il terzino Rullo, dal rendimento deludente. Stavolta dovrà essere diverso, sperando di emulare i club che hanno cambiato volto a gennaio: il Milan con Beckham, Van Bommel e Balotelli, l’Inter con Guarin, Pazzini e Nagatomo e la Juventus con Matri e Barzagli.
Articolo modificato 28 Dic 2013 - 08:10