Le fondamenta sono state gettate fin dal 2007, anno del ritorno nella massima serie. E da allora, il progetto-Napoli non ha mai subito forti scosse in negativo. Sul lavoro tracciato da Pierpaolo Marino, in piena sintonia con Aurelio De Laurentiis, il club è andato sempre più consolidandosi fino ad attestarsi tra i primi in Italia ed anche ben posizionato in Europa (se si elimina la sciagurata partecipazione alla scorsa edizione dell’Europa League). Lo dimostra il diagramma dei vari piazzamenti ottenuti dalla squadra, specie dal 2009 in poi, allorché Mazzarri subentrò a Donadoni. Da quel momento, il Napoli ha cominciato a decollare: due volte in Champions League, la conquista di una Coppa Italia, due campionati disputati con l’etichetta di diretta concorrente della Juventus. Eppure senza mai intervenire con aumenti di capitali, autofinanziandosi
LA CONTINUITA’. La vera forza del Napoli sta nella continuità di risultati. Nel calcio, è facile arrivare a certe posizioni di prestigio in classifica. Molto più complicato, invece, confermarle anno dopo anno. Il club partenopeo, rispetto ad altre società (Fiorentina, Inter, Milan, la stessa Roma), sotto il profilo tecnico (e non solo) ha saputo gestire in maniera mirabile le varie annate, tanto da guadagnare a pieno titolo l’etichetta di una “grande del campionato”. Da sei anni, il Napoli è lassù in classifica e da lì non si sposta. Questo grazie ad un rendimento sempre apprezzabile, stabile, soddisfacente. Sesto posto nel 2010, terzo nel 2011, quinto nel 2012, secondo nel 2013. Una marcia da big. Piazzamenti che confermano la bontà delle scelte tecniche ma anche l’attenzione del club alla crescita del progetto. E le due partecipazioni alla Champions League hanno consentito anche di accrescere l’esperienza in ambito internazionale, nonché di acquistare un aplomb che fino pochi anni prima non aveva. Tra il 2004 ed il 2007, infatti, il Napoli percorreva palcoscenici molto meno prestigiosi: C1 e B.
I CICLI. Dopo lo sbandamento a cavallo del 2009, con l’esonero di Reja e l’avvento di Donadoni, il Napoli ed in particolare il suo condottiero, Aurelio De Laurentiis, hanno realizzato che sarebbe stato fondamentale non sbagliare la scelta del tecnico e di conseguenza aprire dei cicli. Così è nata la parentesi legata a Walter Mazzarri, un tecnico capace di compattare lo spogliatoio e di imporre una linea di condotta univoca quanto produttiva. Il tecnico toscano, infatti, ha accentrato su di sé la responsabilità della conduzione tecnica del club mirando ad ottenere risultati sul campo che in quattro anni e mezzo hanno spinto il Napoli a fortificarsi al punto giusto. Un ciclo che si chiudeva con un secondo ed un terzo posto, nonché con una Coppa Italia, mentre se ne apriva un altro con orizzonti sicuramente più ambiziosi e più internazionali. A Benitez, De Laurentiis ha cominciato a pensare nel momento i cui Mazzarri gli fece capire che non se la sentiva di restare. E non certo negli ultimi mesi del campionato scorso bensì molto prima. Si ricordava di quel tecnico-gentiluomo quanto preparato conosciuto durante la trattativa per Dossena, ai tempi del Liverpool. Lo seguiva con discrezione anche quando era passato al Chelsea, vincendo l’Europa League. E lo ha agganciato in tempo utile e con mossa astuta: coinvolgendolo in progetto intrigante quanto lungimirante. Con Benitez si sarebbe aperto un nuovo ciclo. Bastava spiegarlo meglio per non incorrere in false aspettative dopo quel secondo posto dell’anno prima. Ma la società preferì glissare. Ma resta l’obiettivo di fondo: mantenere il Napoli nelle prime tre posizioni di classifica, riconquistare la Champions e nel frattempo programmare già per la prossima stagione. Il Napoli tra qualche anno sarà pronto per competere anche per lo scudetto. L’importante è non frenare la corsa.
IL PROGETTO. Intanto, di pari passo, prosegue anche il potenziamento tecnico-logistico del club: nel 2014, infatti, è prevista la costruzione di un centro in proprio anche per il settore giovanile, quello che dovrà fornire di anno in anno nuova linfa per la prima squadra e produrre nuove plusvalenze. Autofinanziarsi e vincere, questi i primi due comandamenti imposti da De Laurentiis.
FONTE Corriere dello Sport