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L’ultima domenica dell’anno.

L’ultima, senza Napoli.

Eppure, gli occhi di Napoli sono pregni d’azzurro.

Quell’azzurro infinito e fiero, come il mare, come il cielo, come i sogni di questo popolo, come quella maglia, chiamata a personificare la brama di vittoria che arde in ogni cuore partenopeo.

È la domenica in cui nell’anticamera delle anime azzurre, in quell’intimo e raccolto cinema che dimora nelle nostre menti, per colmare le crepe di appiccicosa noia che squarciano l’ennesima domenica senza calcio, sta andando in scena “un anno di Napoli”: gol, standing ovation, emozioni, maschere di gioia e costernate da lacrime, sussulti, tumulti, vittorie, sconfitte, addii, arrivederci, applausi di benvenuto colmi di aspettative e speranze, grinta, rabbia, orgoglio, fuochi d’artificio, cori, incessanti, perenni, instancabili cori, passione, sacrificio, delusione, ma soprattutto amore.

Quell’amore che funge da saldo filo conduttore, tra una scena e l’altra, che rattoppa l’amarezza sortita dalle immagini che immortalano i momenti più tristi e deludenti.

Quell’amore che tutto supera, tutto concede e tutto perdona.

Quell’amore che legittima la peculiarità sulla quale si ancora un rapporto tanto encomiabile, un legame così forte, irriproducibile, viscerale, indissolubile, come quello che vige tra il Napoli ed i suoi tifosi.

O meglio, che esiste “solo” tra il Napoli ed i suoi tifosi.

Quell’amore che si tramanda immutato, da padre in figlio ed è destinato a protrarsi all’infinito, germogliando di cuore in cuore, con la medesima, primitiva, essenziale, semplice sincerità.

Quell’amore che induce ed esorta i cuori azzurri a guardare verso l’anno che incombe sulla soglia della porta delle nostre vite, con gli occhi intrisi di fiduciosa ed ottimistica speranza.

Speranza, fiducia ed ottimismo da riporre nelle indiscutibili potenzialità palesate da questa squadra, nell’acuta lungimiranza che dimora nell’animo del suo allenatore, quella che incarna il suo credo calcistico e ne guida le scelte, ma soprattutto nella campagna acquisti che sopraggiungerà, tra i fuochi d’artificio ed il tintinnio dei calici, obesi di bollicine e chiassosa gioia.

In attesa di scoprire i primi passi che il Napoli muoverà nel 2014 e quali saranno le parole maggiormente appropriate da imprimere sulle prime candide pagine del diario azzurro, per introdurre l’incipit del nuovo anno, saluto il 2013 con la frase, a mio avviso, più appropriata da proiettare, prima dei titoli di coda, quale finale più consono del film “Un anno di Napoli”: “tutte le cose hanno un principio e una fine. Tranne l’amore per il Napoli che è infinito.”

Luciana Esposito

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Articolo modificato 29 Dic 2013 - 17:09

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Scritto da
redazione