Giramondo come pochi, Ruud Krol negli ultimi anni ha lavorato come allenatore in Sudafrica, Marocco e Tunisia. È in trattativa per una panchina in Olanda, Qatar, Dubai o Indonesia. Icona di quel calcio innovativo e spettacolare che i “tulipani” fecero conoscere al mondo agli inizi degli anni Settanta, Krol è stato uno dei più grandi difensori di tutti i tempi, il beniamino più acclamato del San Paolo prima che arrivasse Maradona: venne acquistato da Ferlaino e Juliano nel 1980, primo straniero del club azzurro dopo la riapertura delle frontiere.
Hello Krol, qui Napoli: lei invece dove si trova?
«Ad Amsterdam ma solo per le vacanze di Natale. Valuto alcune richieste interessanti, potrei fare il pensionato ma non mi va per niente».
Occhi sempre vigili sul campionato italiano, non è così ?
«Esattamente, è in assoluto il torneo che preferisco. Ho perso solo le partite di domenica scorsa, cosa ha fatto il Napoli ?».
Niente, perché non si è giocato. È terzo in classifica, Juventus e Roma corrono più velocemente.
«Prima o poi si fermeranno, è naturale che sia così. Il Napoli nel girone di ritorno farà molto meglio, ne sono convinto».
Non è che abbia deluso finora, ha conquistato il record di punti di questi tempi, il problema sono le dieci lunghezze in meno rispetto ai bianconeri.
«La visione cambia a seconda delle prospettive: se il Napoli doveva vincere lo scudetto, allora è giusto essere scontenti. Ma quando si cambiano allenatore, calciatori e filosofia di gioco, si inizia un nuovo ciclo che raramente porta subito grandi benefici. Date tempo al tempo e non fate mai mancare la fiducia a Benitez, è uno che fa la differenza».
È vero che non si è perso neanche una partita degli azzurri in Champions?
«Ho pensato fino alla fine che il miracolo fosse possibile. Questo è il rammarico più forte. Aver battuto Arsenal e Borussia e chiudere il girone a 12 punti senza qualificarsi, è solo un segno del destino: in Europa la fortuna conta parecchio e in questo caso non è stata dalla parte degli azzurri».
Resta l’Europa League, non è la stessa cosa ma…
«Ci vuole comunque tanta buona sorte, altrimenti non si va da nessuna parte. La finale è un obiettivo alla portata del Napoli, non vedo sulla carta formazioni nettamente superiori».
In campionato, invece?
«Forse il presente è degli altri ma il futuro appartiene al Napoli. Seguire Benitez è una garanzia di successo. Secondo me, conquistare la zona Champions sarebbe un traguardo di prestigio. Il tempo migliorerà il gioco e la classifica, nel girone di ritorno gli azzurri voleranno».
Serve un grande difensore.
«Eccomi, vengo a piedi e gioco gratis… Sì, lo so, un campione indietro non starebbe male. Il problema è che adesso non si fanno veri e propri affari. Io prenderei Kompany del Manchester City ma è incedibile. Agger? Bravo, certo che lo conosco, occhio però alla sua cartella clinica: è uno che s’infortuna troppo facilmente».
E occorre anche un centrocampista alla Mascherano.
«Perfetto per il gioco di Benitez ma vale il solito discorso: si riesce a prendere ora?».
Meglio restare così, allora ?
«Meglio fidarsi dei consigli dello spagnolo».
Non ha più rimesso piede al San Paolo?
«Ci sono stato l’ultima volta durante i Mondiali del ’90. Quello stadio anche in televisione mette i brividi. Ma di Napoli mi manca tutto».
Fonte: Il Mattino