Hanno cominciato negli anni ’80, e non hanno smesso più. Terroni, ladroni, scansafatiche, incivili, Vesuvio lavali tutti e forza colera. La storia degli sfottò, nel calcio, è lunga e profonda. Mai come questa volta, però, i napoletani sono primi, senza ombra di dubbio.
Quella di domani, finalmente, è una sfida che aspettavamo da tempo. Non si tratta di un big match, perché oramai ci abbiamo fatto l’abitudine a giocare col Bayern Monaco, con Dortmund, con l’Arsenal e il Manchester City. No. Il punto è la rivalità storica. Come accade sempre quando due mondi così diversi si incontrano.
Il Nord contro il Sud, due mentalità, due visioni della vita che più all’opposto non si può. E ancora continua, e sempre continuerà, perchè la bellezza della contraddizione non ha limiti. La sfida di domani col Verona, insomma, vale di più. E rischia di diventare fondamentale. Perdere a Verona significherebbe tornare coi piedi per terra, troppo. Vincere a Verona avrebbe un retogusto dolce, dolcissimo.
Benitez lo sa bene e sembra carico. Ma le assenze continuano a pesare, e i rinforzi sul mercato ancora non si vedono. Nessun problema: ci sapremo adattare anche questa volta, così come notoriamente facciamo da buoni napoletani da tempo.
E a nulla valgono i calorosi commenti d’accoglienza che ci lanciano da Verona: “Per domani solo bastoni”, “Prepariamo per gabbie per le scimmie del sud”, o ancora “Siete peggio degli Africani, Terroni sporchi”. Lo sappiamo bene, amici veronesi, che veniamo dal Sud. E non è solo un’indicazione di provenienza geografica, ma un vanto. Perché noi, come voi, siamo orgogliosi della nostra terra, e noi, così come voi, siamo italiani.
Ricordiamoci, insomma, che quella di domani è solo una partita. E ricordiamoci, che negli anni ’80, lo striscione più bello della storia del calcio è stato esposto al San Paolo. Sì, perché ancora dopo tanti anni rimane qualcosa di inimitabile: “Giulietta è na z…”
Raffaele Nappi
Articolo modificato 11 Gen 2014 - 19:35