Nelle scorse stagioni, Maggio è stata una pedina irrinunciabile dello scacchiere napoletano, sempre in lustro, creava gioco con la giusta dose di determinazione e precisione. Il giocatore è stato convocato ripetutamente da Prandelli, per qualità e tecnica: uno dei migliori terzini italiani. Fino all’arrivo di Rafa Benitez…
Nella rosa dell’allenatore spagnolo non ha brillato: mancava di intensità e peccava di distrazione. E’ appena il caso di ricordare che tornava da un infortunio al ginocchio, nonostante siano, piuttosto, da indagare le scarse motivazioni del calciatore.
Qualcuno, il catastrofista di turno, lo avrebbe, addirittura, confinato in tribuna. Questo pomeriggio, a Verona, Christian Maggio ha fatto il suo ritorno: è tornato a fare la differenza. Il numero 11, che vanta più di 200 presenze in azzurro, è stato uno dei migliori in campo. Le sue ripartenze sulla fascia e i suoi interventi puliti determinano la positività della prestazione, che diventa stellare considerando il ruolo da assist-man ritagliato nei 90 minuti di gioco.
La speranza è quella di ritrovare un Maggio affamato e feroce, che intuisce i tempi e ritorna a far parte pienamente degli ingranaggi azzurri.