La vittoria di Verona racchiude significati non soltanto tecnici, perché la rivalità tra le tifoserie è fortissima (cori e striscioni razzisti anche ieri), ma questo 3-0 è importante soprattutto per l’impeccabile prestazione degli azzurri, che hanno un passo-Champions come confermano i 42 punti e i 41 gol in un elettrizzante girone d’andata di serie A. Da tempo non si vedevano le squadre di vertice andare così forte e divertire.
È opportuno che l’analisi parta dalla difesa. Per la seconda partita consecutiva il portiere Rafael non ha incassato gol, eppure l’attacco del Verona aveva realizzato 34 reti nelle precedenti 18 gare. C’è stato un solo brivido nel primo tempo, quando è scivolato Fernandez, che poi è stato impeccabile negli interventi, al pari del più esperto Albiol. C’è stata la crescita degli esterni Maggio (assistman per Insigne: una prova autorevole che sarà stata apprezzata anche dal ct della Nazionale Prandelli) e Armero.
Bene il centrocampo, Inler ha tenuto la posizione senza soffrire e Dzemaili ha chiuso il pomeriggio con un gol. E, soprattutto, benissimo quattro giocatori che Benitez ha schierato in attacco: Higuain, Callejon, Mertens (terzo gol di fila) e Insigne (prima rete in campionato). Pandev ha sprecato due eccellenti palle-gol costruite dai suoi compagni, tuttavia in fase di copertura è stato prezioso su Jorginho, possibile suo nuovo compagno. Rafa lo ha sostituito concedendo la chance a Lorenzino, che l’ha sfruttata subito e si è candidato a riprendere il posto da titolare. In panchina Hamsik: inutile correre rischi considerando la buona prova della squadra.
È vero che il Napoli ha potuto preparare questa trasferta – delicata per fattori non solo ambientali: il Verona, neopromosso, si è arrampicato fino al quinto posto – senza l’intermezzo della Coppa (si giocherà mercoledì contro l’Atalanta al San Paolo), ma non è solo una questione di freschezza atletica. La squadra ha ritrovato gli equilibri tattici smarriti nelle ultime partite di campionato del 2013, quando la copertura non era adeguata e due avversari non irresistibili, Parma e Udinese, erano stati in grado di conquistare quattro punti a Fuorigrotta. Questa solidità è elemento importante, se accoppiata alla straordinaria qualità offensiva della squadra, apparsa a Verona quella di inizio campionato.
Le due vittorie sono ottimo auspicio per il 2014, a patto che il Napoli sia completato. Non bastano i rientri di Hamsik e Zuniga, laddove il destino di Behrami dovrebbe essere deciso oggi in un consulto a Barcellona, anche se l’intenzione del centrocampista sembra chiara: sottoporsi all’operazione al piede, come ha detto giovedì ad Hitzfeld, il ct della Svizzera. Benitez ha inviato un messaggio garbato e chiaro: la storia dei grandi campionati europei dimostra che vincono i club che hanno più fuoriclasse e fatturati più alti; gli altri possono avvicinarsi a quel livello se hanno una rosa più ampia perché il turnover tra calciatori di livello consente di fronteggiare la stanchezza e le emergenze
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 13 Gen 2014 - 08:24