“Ai miei tempi si chiamavano saldi di mezza stagione. Ma non credo che uno come Jorginho o Capoue sia un saldo: si tratta di grandi colpi, in linea con le strategie del nuovo corso del Napoli”. Francesco Romano ora fa il procuratore dei calciatori, qualche decennio fa era un regista (proprio come Jorginho): nell’ottobre del 1986 fu un colpo di mercato della coppia azzurra Italo Allodi-Piepaolo Marino.
Lei quell’autunno cambiò il suo destino. Ma ha cambiato il destino anche del Napoli che la scelse?
«Io continuai a fare quello che avevo fatto fino alla domenica prima con la Triestina: Bianchi mi disse di fare ciò che sapevo fare. Lo ascoltai. Al mio debutto vincemmo all’Olimpico contro la Roma per 1-0 e conquistammo la vetta della classifica. Credo che vi rimanemmo per circa due anni».
È celebrato ancora come il più grande affare invernale del mercato del Napoli.
«Ma questi giocatori in arrivo, che sono autentici top player, metteranno da parte anche il mio nome. Non so se riusciranno a vincere lo scudetto come ebbi la fortuna di fare io, ma garantiscono un gran salto alla squadra di Benitez».
Lei per il Napoli non fu semplicemente un affare. Fu un grandissimo affare.
«Il mio arrivo coincise con una svolta per il Napoli e fin da subito girò tutto per il verso giusto. A questo Napoli non serve un cambio di marcia, ma serve solo che la Juventus rallenti questo suo incredibile cammino».
Sono pochi i giocatori che arrivati tra ottobre e gennaio ti permettono di cambiare vita. Portando salvezze o scudetti. Provvidenze, direbbe qualcuno.
«Arrivai e trovai ad aspettarmi Maradona. Mi presero per una bella cifra, credo due miliardi di lire dell’epoca. Leggevo i giornali e con me c’erano in ballo Barbas dal Lecce e Junior dal Torino. La spuntai io. Arrivai a Napoli e Diego mi accolse a braccia aperte fin dalla prima amichevole».
Un regista come quelli che a Benitez non dispiacerebbe?
«Non lo so questo, so solo che non dispiacevo a Maradona».
Che infatti disse di lei: ”Ecco la nostra mamma”.
«Io pensavo solo a dare una mano a un gruppo eccezionale. Ed è quello che dovranno fare quelli che arrivano: ma un ruolo chiave lo ha chi li accoglie. Lo spogliatoio deve farli subito sentire a proprio agio. Solo così non si subisce lo sbalzo da un ambiente a un altro».
Poi la differenza la fa la qualità?
«I nomi che sento in giro che sta trattando il Napoli mi sembrano molto validi. Ma non posso parlarne, sarebbe scorretto visto il lavoro che faccio».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 18 Gen 2014 - 10:48