Parafrasando Rafa Benitez, il condottiero del Napoli. Le coppe si giocano su partite singole, al massimo andata e ritorno. Il campionato è una maratona, vince chi ha la panchina più di qualità. Questo in sostanza il credo del tecnico spagnolo.
Napoli terza forza del campionato. Questo al momento il verdetto del campo. Questa la lettura della classifica. Volendo quindi scavare nei meandri della rosa partenopea, il credo di Benitez ed i risultati vanno di pari passo.
Andiamo quindi a recuperare coloro che hanno riscaldato i sediolini della panchina partenopea nel deludente pareggio di ieri al San Paolo. Reina, Bariti, Uvini, Cannavaro, Colombo, Insigne, Jorginho, Pandev, Radosevic e Zapata.
Escludendo il portiere spagnolo (ed il terzo Colombo) al ritorno tra i convocati per le note noie muscolari ed aggiungendovi gli assenti Behrami, Zuniga, Mesto ed Armero, sembra evidente che gli uomini da schierare in corsa per raddrizzare la partita, non sono proprio ciò che ti aspetti da una squadra che aspira come risultato minimo, al secondo posto.
Bariti e Uvini, due giovani di belle speranze, non sono esattamente coloro i quali ti garantiscano quel guizzo di qualità in più per scardinare le difese avversarie.
Il capitano Cannavaro è ormai diventato un caso noto a tutti, accostato oggi alla maglia viola, domani a quella a strisce nero-azzurre. Radosevic e Zapata per i quali vale forse in parte lo stesso discorso della coppia italo brasiliana. Due ragazzoni in erba, ottimi ma ancora da svezzare.
Le uniche frecce all’arco del tecnico madrileno erano appunto quelle di Insigne (entrato ed in pochi minuti non in grado di lasciare il segno), Jorginho (passerella di presentazione per il giovane centrocampista appena arrivato, molta corsa ed impeto per farsi notare) e Pandev che, vista l’ultima prestazione di Bologna, si è preferito far riposare.
Storari, Caceres, Giovinco, Isla, Padoin, Peluso, Pepe, Pirlo, Quagliarella, Rubinho e poi Lobont, Borriello, Burdisso, Destro, Ljajic, Pjanic, Marquinho, Dodo, Taddei. Questi i pari livello di Juventus e Roma, non c’è bisogno di alcun commento ulteriore.
Rimane quindi una sola domanda insoluta. Quando avremo una panchina all’altezza della nostra fama e delle aspettative dell’intera tifoseria? Quando, giocatori affermati come Quagliarella o Borriello, Giovinco o Destro (per citarne alcuni) potranno accettare di sedere in panchina nel Napoli non facendo la voce grossa per giocare titolari?
Al mercato, si spera, l’ardua sentenza.
(Antonio Picarelli)
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Articolo modificato 26 Gen 2014 - 13:06