Tra i tanti punti di domanda di una serata da dimenticare compare anche lui, Anthony Rèveillère. Vecchia gloria di un Lione che fu, oggi il francese appare uno dei dilemmi della squadra di mister Benitez. Arrivato nei primi giorni di novembre per sopperire alle evidenti difficoltà del colombiano Armero, Rèveillère è stato fortemente voluto dall’allenatore spagnolo, desideroso di affidare le chiavi della fascia sinistra ad un calciatore tecnico e con esperienza internazionale. Non a caso i dati parlano per lui. Le quasi 290 presenze nei 10 anni trascorsi al Lione e i tanti trofei vinti –più di dodici- raccontano di un calciatore di spessore internazionale che ha calcato palcoscenici calcistici importanti, la semifinale di Champions League contro il Real Madrid fra tutti, e che ha disegnato una carriera di tutto rispetto che cancella, seppur in parte, l’inevitabile scetticismo generato dall’arrivo di un calciatore trentaquattrenne svincolato.
Nonostante il passato sia del tutto luminoso per il francese, il presente invece è opaco, sfocato e, soprattutto, macchiato da prestazioni talvolta disastrose. Sebbene siano trascorsi ormai due mesi dal suo insediamento in squadra, il calciatore sembra essere molto spesso fuori da quelli che sono gli schemi della squadra azzurra e talvolta in completo ritardo e in affanno rispetto al ritmo della compagine napoletana. Tuttavia il calciatore ex Lione sembra aver conquistato la piena fiducia di Benitez che, alla corsa e all’intensità di Armero, preferisce l’esperienza e la tecnica di un veterano quale Rèveillère. Eppure, dati alla mano, la scelta di schierare il francese non sembra aver giovato al Napoli. Indiscussa di certo è la buona qualità del calciatore, l’assist per l’accorrente Callejon nella partita di coppa Italia è uno dei più pregiati della stagione azzurra, ma qualcosa non sta funzionando. I 34 anni suonati, le caratteristiche fisiche e la sua propensione alla fase difensiva, con scarsi risultati, rispetto a quella offensiva rendono, partita dopo partita, la fascia sinistra sempre più sterile e vulnerabile. Oltretutto le statistiche relative alla gara disputata ieri sera, raccontano di un numero di passaggi sbagliati esorbitante, pari a venti. Cifra equamente distribuita fra il dirimpettaio Maggio e, per l’appunto, Rèveillère.
Durante la fase d’impostazione, insomma, il francese è apparso distratto, impreciso e puntualmente in ritardo rispetto all’avversario. E, di certo, migliore non è stato il suo approccio alla fase difensiva. Analizzando il goal di Sardo, infatti, si osserva come il giocatore, inseritosi da sinistra, sia totalmente libro di triangolare con Thereau e di calciare a rete. La grande azione iniziata dal calciatore del Chievo parte e si sviluppa nella zona di campo divisa da Inler e Rèveillère, a dimostrazione della vulnerabilità del lato sinistro dello schieramento azzurro. Sorge spontaneo, dunque, chiedersi con il senno di poi se davvero Armero avrebbe potuto fare di peggio. Soprattutto nei minuti finali del match, con un Napoli all’arrembaggio per la ricerca del goal del pareggio, l’intensità del colombiano avrebbe di certo fatto comodo alla squadra azzurra. Soltanto con la corsa e con la velocità d’azione, infatti gli azzurri avrebbero potuto scardinare la difesa gialloblu composta ieri sera da undici undicesimi della squadra di Verona. Pur non dotato di un piede di certo sopraffino, Armero ieri sera sarebbe riuscito, con la sua velocità, a supportare le incursioni di Mertens troppo spesso invece lasciato solo. Non a caso, purtroppo, la lentezza di Rèveillère nell’andare in sovrapposizione ha più volte costretto il calciatore belga a tener palla e ad addentrarsi solitario nell’area di rigore del Chievo, ritrovandosi attorniato da avversarsi e costretto a perder palla. Insomma, nonostante Armero non rappresenti di certo il futuro della fascia sinistra napoletana, talvolta il suo impiego in certi momenti della gara potrebbe risultare utile, soprattutto per sopperire agli evidenti limiti, di età di preparazione e di attitudine calcistica, del navigato Rèveillère ieri sera impietosamente giudicato da gran parte delle testate con un risonante 4,5.