Quando hai Higuain, 15 gol stagionali a metà cammino in pratica, straordinario nel saper trasformare in un lampo un tiro errato in un assist, o un Callejon decisivo anche quando sbaglia (vedi l’azione in oggetto), sei un pezzo avanti. Diciamo comunque che adesso Benitez può aggiungere alla lista delle cose che funzionano (anche se ce ne sono altre che ancora non girano, vedi Hamsik e Insigne), Jorginho, l’uomo inseguito e ottenuto e ieri al suo debutto da titolare. Senza enfatizzare diciamo che il Napoli la partita l’ha vinta schierando in mezzo una coppia inedita, Jorginho appunto, con Inler che ha subito dimostrato quanto di buono può fare. Le qualità del brasiliano ex Verona erano note: qui si è saputo calare nella nuova realtà con slancio, personalità, senza strafare. Ma il dato più incoraggiante per il Napoli è come, accanto al nuovo compagno, Inler abbia fornito una delle sue migliori prestazioni come qualità e quantità di giocate (soprattutto per l’ottimo Callejon). Come se si sentisse più libero e meno pressato dalle responsabilità tattiche affidategli a inizio stagione da Benitez.
Reja, alle prese con assenze pesanti, ha cercato di smontare il meccanismo avversario mandando Ledesma su Jorginho. Una mossa che ha dato pochi risultati, proprio perché quando il laziale è riuscito a togliere aria al brasiliano, ci ha pensato appunto Inler a far girare il Napoli. Onazi, che avrebbe dovuto fare quello che Ledesma faceva con Jorginho, si è invece reso protagonista di una prestazione davvero povera di contenuti. Non è un caso che nella ripresa, entrato al suo posto Gonzalez, la Lazio è riuscita per un buon tratto a riequilibrare il match. Ma i pezzi da novanta alla fine li aveva solo il Napoli. E da una loro giocata, anche piuttosto avventurosa in avvio, è arrivato il gol che ha deciso la partita e le sfidanti della seconda semifinale di coppa.
FONTE Corriere dello Sport
Articolo modificato 30 Gen 2014 - 09:16