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L’intensa settimana azzurra tra gioia, fischi ed un mercato che rompe con il passato

Con ancora negli occhi la mezza disfatta del match interno contro il Chievo Verona, il Napoli si è apprestato a vivere una settimana che si è rivelata importante, ricca di sfumature intense che avrebbero condizionato inesorabilmente il presente ed il futuro di Higuain e compagni. Inizia il tour de force e mercoledì è stato tempo di Coppa Italia: si ritorna al “San Paolo”, questa volta per non sbagliare. A Fuorigrotta arriva la Lazio dell’indimenticato ex Edy Reja. Benitez schiera la migliore formazione ed alla vigilia ribadisce senza timori reverenziali l’importanza di questa competizione: l’imperativo è la vittoria per la futura conquista del trofeo. La missione non è impossibile ma serve attenzione, cinismo e tanto spirito di sacrificio. Sarà proprio questo l’arma in più dei partenopei che, dopo un primo tempo equilibrato e difficoltoso, riescono a centrare la qualificazione nella ripresa, con una rete splendida di Higuain il quale di tacco, beffa Berisha. Può partire la festa al San Paolo, se non fosse per un’indelebile macchia che si imprime su una splendida serata: al 68′, al momento della sostituzione, parte dei sostenitori sugli spalti fischia sonoramente Lorenzo Insigne, scatenando in lui una reazione furiosa e rabbiosa. Iniziano le polemiche: parte della città si schiera con lo scugnizzo di Frattamaggiore, l’altra metà con i sostenitori che hanno il diritto di esprimere il proprio malumore per una prestazione fortemente al di sotto delle aspettative. Lorenzo capisce l’errore ma è ferito, così come l’orgoglio di una squadra e di una città che non riesce a coccolare coloro che il sangue partenopeo ce l’hanno nelle vene. Per la serie Nemo propheta in patria.

Si stemperano le polemiche, la settimana continua ed è tempo di mercato. Ci si avvicina alla conclusione della finestra di riparazione: gong di chiusura previsto venerdì alle 23. Nella giornata di ieri vengono ufficializzati gli ultimi due colpi, Ghoulam ed Henrique ma, per due giocatori che arrivano, altrettanti devono salutare la causa partenopea. Sono Pablo Armero e Paolo Cannavaro, che in comune hanno non solo il nome ma anche un destino che li porta improvvisamente lontani dall’ombra del Vesuvio. Se l’esterno mancino ha richiesto la cessione dopo le ultime gare in panchina, l’ex capitano azzurro non ha mai trovato la sua vera dimensione nella gestione Benitez, ritagliandosi soltanto pochissimi sprazzi nelle gare di campionato. Un addio quest’ultimo che segna un forte spartiacque con il passato, rinunciando all’uomo simbolo della rinascita del club di De Laurentiis, essendone stato leader dalla serie B alla Champions League, fino alla vittoria nel 2012 della Coppa Italia alzata proprio da lui nel cielo di Roma. Sacrifici però necessari per costruire una rosa sempre più forte, giovane e competitiva, che risulteranno sicuramente più comprensibili nel caso dovessero giungere presto i tanto attesi risultati.

Ciliegina sulla torta è la gara di domani: ci si è distratti così tanto in questi ultimi giorni che sembra si sia quasi messa in secondo piano l’ostica trasferta contro l‘Atalanta. Che errore. Eppure, c’è da focalizzarsi sul match che risulta essere come sempre importantissimo, in termini di classifica e morale: bisogna tornare alla vittoria dopo i due pari in campionato e dare un segnale forte e Roma e Juventus che non hanno intenzione di fermarsi concretamente. Il gap con le avversarie infatti è corposo ma non incolmabile: è tempo di suonare la carica e dare vita alla rimonta, per non lasciare nulla di intentato. Il tutto, prima di un’altra settimana ricca di impegni: mercoledì tornerà la Coppa Italia, prima del big match di sabato 8 febbraio contro il Milan al “San Paolo”. Insomma, non c’è tempo per fermarsi a pensare: l’imperativo per gli azzurri resta vincere, sempre e comunque, in qualsiasi competizione e contro qualsiasi avversaria.

Alessia Bartiromo
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Articolo modificato 1 Feb 2014 - 20:58

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