Era partito a razzo: cinque gol nelle prime sette partite. Marek Hamsik sembrava perfettamente inserito nel nuovo modulo di gioco, quello prediletto da Benitez, allenatore che sa come esaltare centrocampisti con la vocazione al gol. E difatti, Don Rafa, era sicuro di fare di lui un nuovo Gerrard o un altro Lampard. Lo schierava da centrale nel tridente alle spalle di Higuain, con licenza di svariare su tutto il fronte offensivo e inserirsi a sorpresa. Ampia libertà di muoversi in entrambe le fasi, quindi. Possibilità di dialogare sia con Higuain che con Callejon.
ECLISSI. Ma da novembre in poi, Hamsik gradatamente è andato a eclissarsi, per imprevisti che succedono a un calciatore super-impegnato, privando così il Napoli dei suoi gol e delle sue sortite nell’area avversaria: prima, la delusione per l’eliminazione da Brasile 2014 della sua nazionale (15 novembre, l’ultima gara); quindi, l’infortunio al piede sinistro con relativa spongiosi ossea che ne ha precluso l’impiego in ben sette gare (cinque di campionato e due di Champions League) tenendolo lontano dai terreni di gioco per oltre due mesi. In questo periodo, Benitez ha dovuto chiedere a Pandev di sottoporsi agli straordinari con la conseguenza che anche il macedone ha risentito di affaticamento.
Ora Hamsik è pienamente recuperato. Sia dal punto di vista clinico che mentale. E da lui, Benitez si aspetta gli acuti che sono mancati nel frattempo. Hamsik è stato risparmiato a Bergamo dopo aver giocato due partite in quattro giorni: la gara con il Chievo e quella di Coppa Italia con la Lazio (165′ complessivi). Ma è pronto ad avventarsi sulla Roma, una delle squadre a cui ha segnato più gol e fornito più assist da quando gioca nel Napoli (2007-2008): cinque reti e quattro assist. Da lui, il tecnico spagnolo si aspetta quell’illuminazione nella manovra offensiva che è venuta a mancare negli ultimi tempi. Con Hamsik, il Napoli conta di acquistare l’imprevedibilità e il fattore-sorpresa che s’erano perse anche per lo scadimento di forma di Pandev.
IL RECUPERO. Ecco perché il pieno recupero di uno dei gioielli della formazione di De Laurentiis cancella il pessimismo che è calato sui partenopei dopo il ko con l’Atalanta. Con lo slovacco in campo dal primo minuto, il Napoli riacquista anche quella densità nella zona nevralgica del campo quando l’avversario è in possesso di palla, uno dei punti deboli della squadra di Benitez. Insomma, un rilancio importante quanto prezioso per l’intero collettivo. Tra l’altro Hamsik è super-motivato dopo il lungo periodo di stop, evento insolito per uno abituato a collezionare oltre trenta presenze a campionato. Nonché dalle sollecitazioni di Benitez: «Ha messo a segno sei gol in campionato ma può arrivare tranquillamente a quattordici-quindici reti».
FONTE Corriere dello Sport
Articolo modificato 4 Feb 2014 - 10:09