Higuain e Totti, classe ed esperienza al servizio dei compagni

Due centravanti atipici, che sconfessano il prototipo della prima punta che sta lì ad aspettare, diversissimi tra di loro eppure imprescindibili, ed in questo dunque uguali, per lo sviluppo della manovra offensiva. Se vogliono qualità, e soprattutto sostanza, nelle partite che contano Roma e Napoli non possono fare a meno di Totti e Higuain. Per il capitano giallorosso gli aggettivi si sprecano: la realtà è che al lessico del pallone serve un neologismo, un sostantivo inedito per definire una nuova categoria di attaccante, ammesso che possa esistere un altro Totti. E l’argentino? Beh, è il punto di riferimento della manovra azzurra attraverso un moto perpetuo: è lui a dettare i passaggi e i tagli dei trequartisti, tutto ruota intorno al Pipita.

SUBITO TOTTI. Se Higuain fa il suo, con molti tagli sulla destra cercando di dettare il passaggio vincente (le cose migliori sono i suoi due tiri-cross dalla destra sui quali manca l’inserimento giusto), sorprende all’inizio la posizione di Totti, sempre piazzato tra i due centrali azzurri, Fernandez e Albiol, pronto a giocare sulla linea del fuorigioco. Quando torna a prendere abbassandosi sulla mediana, ed è questo il suo movimento, cambia subito il corso della gara: assist al bacio per Gervinho ed uno a zero per la Roma. Nell’arco dei primi quarantacinque minuti, Totti riesce a costruire di più: l’assist, un tiro nello specchio (respinta di Reina), una punizione sporcata in angolo. Per caratteristiche, ovviamente, distribuisce più palloni del Pipita, 27 passaggi contro 11, ma le percentuali di precisione sostanzialmente si equivalgono (77,8% il giallorosso, 73,3% l’azzurro).

EFFETTO PIPITA. Quello che i numeri non dicono, però, spesso conta molto nello sviluppo della partita. Quando Totti esce, il suo score in 65 minuti è sostanzialmente quello dell’intervallo: un assist, un tiro nello specchio, due tiri respinti. Fino a quel momento, Higuain non era riuscito ancora a costruire il suo primo tiro che inquadrasse il bersaglio in senso stretto. Se esistesse però la categoria dell’assist su autorete, beh il conto con Totti sarebbe pareggiato già al 2′ della ripresa perché è lui, il Pipita, con il solito inserimento in posizione defilata, a innescare la deviazione di Benatia e l’autogol di De Sanctis. Ed è sempre lui, da centravanti di peso, a metterci il fisico e a smistare su Mertens il pallone che manda il belga in gol. Higuain esce sul 2-2: 84 minuti, tre tiri respinti, un’autorete provocata e lo zampino nel secondo gol. Primo round ai giallorossi, si replica tra una settimana. E sarà ancora nel segno di Totti e Higuain.

FONTE Corriere dello Sport

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