Interessante punto di vista di Alessandro Birindelli, ex calciatore della Juventus e oggi allenatore a livello giovanile e commentatore per RaiSport del Torneo di Viareggio, che scrive così del Napoli su Repubblica.
Bravo lo stesso”. Una di quelle frasi che nessuno vuole mai sentire. Ma nella frase c’è già dentro qualcosa che non va: “lo stesso”, espressione che sottintende un “nonostante”. “Nonostante la sconfitta”, di solito. Cambiamo prospettiva. Il mondo non finisce domani. Capiamo quali sono i nostri obiettivi, da dove siamo partiti e che percorso abbiamo fatto: solo ragionando così si può delineare una vittoria. Questo l’approccio giusto che dobbiamo trasmettere ai nostri ragazzi.
Parliamo del Napoli, il Napoli di Saurini. Zero punti all’attivo, già pronte le valigie per salutare la Versilia. Mi sembra di sentirli già i titoli che fotografano la situazione: “tracollo” “delusione” “maledizione”. Invece andrebbe proprio tutto ribaltato: questo Napoli sta gettando le basi per un futuro florido. Perché? Perché ha una squadra giovanissima, fatta tutta di classe ’96, quasi tutti formati sul territorio, quasi tutti campani. Ci torna in mente una frase ad effetto del presidente De Laurentiis che aveva fatto molto parlare: “Vogliamo creare una scugnizzeria sul modello della cantera del Barcellona”. Secondo me, la strada è proprio questa: gruppo coeso e compatto, forte senso identitario, ragazzi dotati di grande personalità che affrontano senza paura gli avversari. Poi gli avversari possono essere forti o più forti, ma si cresce. I belgi dell’Anderlecht sono più avanti, sia fisicamente che come esperienze già nel giro prima squadra: il movimento calcistico belga è davvero un orizzonte calcistico da esplorare per vedere quello che hanno fatto in questi anni. Ma il Napoli non ha mica demeritato, anzi. La rete della sconfitta è arrivata proprio nel momento migliore degli azzurri. Poi col Palermo altra sconfitta di misura. Due partite, ce ne sarà una terza: è tutta esperienza, è tutto apprendimento che verrà buono fra non molto tempo.
Non è momento di disperare, anzi, questa è la strada per ripartire. La scugnizzeria già esiste e vi dico di più: c’è un’evoluzione del prototipo dello scugnizzo napoletano, tutto talento e classe istintiva. Mi riferisco a Tutino, esterno d’attacco classe ’96, già 11 reti in campionato in questa stagione. E’ un ragazzo che mette il suo talento al servizio della squadra, che in campo cerca di fare un po’ da mister, che parla bene inglese e studia in continuazione la materia calcistica. Mi ripeto: questa è la strada, ripartiamo da qui. Napoli, Giovane Italia. Ciao Napoli. Ma W Napoli.
Fonte: Repubblica.it