Ha corso anche da solo, sotto la pioggia, tonico come un toro che si lancia nei viali di Pamplona. Forse ha intuito che tocca di nuovo a lui. Dopo tre panchine consecutive – perché era fuori anche contro il Parma, prima della sospensione – Mattia Destro si prepara a tornare titolare in una partita decisiva: a Napoli, la Roma si gioca uno dei suoi obiettivi stagionali. Le basta non perdere, chiaro, dopo il 3-2 dell’andata. Ma schierare un attaccante fresco che possa aiutare a mantenere il vantaggio può essere utile. Dovesse capitare una palla sporca in area di rigore…
LA ROTAZIONE. Questa è la riflessione di Rudi Garcia, che deve ragionare non solo nell’ottica di Destro (potrebbe immalinconirsi nel ruolo di riserva) ma anche pensando alla gestione di Francesco Totti. Che ha giocato 65 minuti contro il Napoli e 82 nel derby nel giro di quattro giorni. Sembra troppo chiedere a un calciatore di 37 anni e mezzo un’altra partita quasi intera. «Con Francesco bisogna fare attenzione – ha ricordato pochi giorni fa l’allenatore – . Lui deve andare in campo solo quando al cento per cento e va gestito. Ricordiamo tutti quanto ci è mancato quando è stato infortunato. Per la squadra il capitano è troppo importante e io non voglio perderlo di nuovo» . Tanto più che nel conto c’è una possibilità, magari remota ma non impossibile: se Napoli e Roma dovessero andare ai supplementari, avere Totti in buone condizioni nel momento in cui servono nervi saldi e un tocco di classe è un bonus prezioso che Garcia non vuole sprecare.
IL BOMBER. Peraltro Destro è stato il capocannoniere della scorsa edizione della Coppa Italia con 5 gol complessivi. Tre di questi li ha segnati nella doppia semifinale contro l’Inter. E due soltanto nella partita di ritorno a San Siro, dove la Roma di Andreazzoli si presentò con un vantaggio simile a quello attuale: all’Olimpico aveva vinto 2-1. Destro in questa edizione di coppa non ha ancora segnato ma è stato penalizzato dalle scarse occasioni che ha avuto. L’unica partita che ha giocato davvero è stata l’ottavo di finale con la Sampdoria (1-0, rete di Torosidis). Contro la Juventus invece non è entrato, festeggiando dalla panchina una serata splendida. Mercoledì scorso infine, nella semifinale d’andata, Garcia gli ha concesso 25 minuti nei quali ha dato un buon contributo: l’azione del 3-2 di Gervinho è passata anche da una sua sponda a tutta velocità.
AFFIDABILITA’. La rinuncia non è mancanza di fiducia. Il fatto è che nel 4-3-3 di Garcia esiste spazio per una sola punta centrale. Quindi uno tra Totti e Destro. Se il capitano sta bene, «al cento per cento» , sarebbe folle discuterne la centralità. Da parte sua, Destro ha fatto molto per meritare una maglia: in otto spezzoni di campionato ha segnato 4 gol, uno ogni 95 minuti, quindi uno ogni partita. Una media da grandissimo attaccante, che ha cancellato le perplessità su un acquisto piuttosto caro (16 milioni) deciso da Sabatini nell’estate 2012 e l’ansia dell’infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto lontano dalla Roma da maggio a dicembre, fino al rientro con gol decisivo contro la Fiorentina. Il San Paolo è un altro esame verso la laurea da campione. Al resto penserà il tempo, che gli arriva in soccorso: per quanto possa apparire strano, dopo tante cose combinate in carriera, Destro ha ancora 22 anni.
FONTE Corriere dello Sport