Un San Paolo da far tremare le vene ai polsi. E’ quello che ci aspettiamo domani sera, in una gara fondamentale per la stagione azzurra, che può rappresentare il pass per il primo trofeo stagionale, non quello sognato, ma almeno quello sperato.
Un San Paolo che mette da parte striscioni, fischi e imprecazioni. Un San Paolo che torna a diventare quello che è sempre stato: il vero dodicesimo uomo in campo. Quello che ti dà una spinta incredibile, come accade in pochi stadi d’Italia (e del mondo). Quell’urlo continuo e viscerale che trasforma il tifo in passione, e la passione in amore.
“Qualche partita importante nella mia carriera l’ho giocata, ma quando sentii quell’urlo fu la prima volta che mi tremarono le gambe” – raccontava Yaya Tourè all’indomani della sfida Champions contro il Napoli, ai tempi del City. “La sera quando ci fu l’inno della Champions, vedendo 80mila persone fischiarci mi resi conto in che guaio ci eravamo messi. Fu lì che mi resi conto che questa non è una solo squadra per loro, questo è un amore viscerale, come quello che c’è tra una madre ed un figlio. Fu l’unica volta che dopo aver perso rimasi in campo per godermi lo spettacolo”.
Ebbene, cari tifosi, quello di domani sarà un altro appuntamento da ricordare. Proprio per questo ci vorrà il San Paolo delle grandi occasioni. Quello delle notti magiche, quello dei cori, delle canzoni. Quello delle vittorie che regalano emozioni.
Raffaele Nappi
Articolo modificato 11 Feb 2014 - 16:40