Il Napoli è già in vantaggio di un gol, ha realizzato Callejon. Poi arriva Lui e s’accende il San Paolo. Diego Armando Maradona s’accomoda accanto a De Laurentiis e va in gol Higuain; dagli spalti si leva il coro degli scudetti, «o mama-mama-mama, sai perchè mi batte el corazon? » e Jorginho completa la tripletta. Quello che regala la presenza di Diego Maradona, a margine di Napoli-Roma, è qualcosa di indescrivibile. Emozioni, brividi, commozione, ricordi. Da protagonista in campo, a tifoso sfegatato. Diego alza i pugni al cielo, abbraccia De Laurentiis, fa il segno del “3” con la mano destra. Irrefrenabile il “pibe de oro”, in tuta blu e giubbotto nero. Si trasforma in ultrà nella tribuna autorità. Gioisce di gusto, si aspettava proprio una notte simile dopo la sofferenza patita all’Olimpico nella gara d’andata, rivede in quello stadio la parte migliore della sua carriera, cinquantamila volti amici che cantano ancora per lui a distanza di anni. A Napoli nessuno l’ha dimenticato. Ed accoglienza migliore non poteva ricevere. Gli offrono anche una sciarpa che indossa molto volentieri. E De Laurentiis (« La sorpresa più grande è stato trovarlo negli spogliatoi, gli abbiamo regalato la maglia numero dieci che non abbiamo mai assegnato a nessuno» ) su Twitter esterna in tempo reale: «Abbiamo un ospite importante, Diego è con noi per tifare Napoli» . E alla fine, Maradona sussurra lasciando la tribuna e precipitandosi negli spogliatoi: «Che bel Napoli. Che bella squadra» .
L’ARRIVO. Maradona si presenta a sorpresa nello stadio che fece da teatro ai suoi trionfi. Era arrivato a Roma nel tardo pomeriggio (domani a Roma, nella sede di rappresentanza del Parlamento Europeo, parteciperà a una conferenza stampa sul suo “caso” con il fisco italiano), ma non resiste al fascino del San Paolo ed al richiamo di quello che è stato il suo grande amore. Chiede all’avvocato Angelo Pisani e all’amico italiano Stefano Ceci di correre a Napoli a vedere la partita. Il legale chiama il dirigente Formisano. Gli riservano un posto in tribuna autorità. Dopo aver noleggiato un monovolume con relativo autista si dirigono sull’Autosole, direzione Fuorigrotta. Il tempo di una sosta in autogrill ed ecco dalla radio la notizia del gol di Callejon. Sono in tangenziale. Allo stadio predispongono l’arrivo dell’auto dal lato dove sono gli ospiti. Ma proprio lì erano arrivati a gara in corso circa duecento tifosi romanisti creando non pochi problemi alla polizia in assetto antisommossa. E allora cambia l’ordine: l’auto con Maradona può fermarsi davanti al varco stampa. Intanto c’è l’intervallo ed alcuni tifosi si precipitano a vederlo da vicino: riesce a salutarlo anche Gigi Caffarelli, suo ex compagno di squadra. Cantano a squarciagola, si crea una ressa incredibile e gli steward faticano a proteggerlo. Ma Diego corre verso la tribuna autorità con il sorriso sulle labbra e la gioia di chi ritorna in un luogo così caro.
NELLO STADIO – E’ la prima volta che vi arriva da spettatore. Maradona vi era stato il 9 giugno del 2005 in occasione dell’addio al calcio di Ciro Ferrara. E poi aveva visto all’opera il Napoli del suo pupillo Higuain all’Olimpico in una gara che gli aveva procurato non poca amarezza. Neanche il tempo di sedersi al fianco di De Laurentiis, fila 3 posto numero 6, ecco il gol proprio di colui che aveva lanciato in nazionale, Gonzalo Higuain ed a quel punto salta in aria, stringe i pugni al cielo, sussurra qualcosa a De Laurentiis. E’ il terzo minuto. Dagli spalti si sparge la voce che c’è Lui in tribuna ed in ogni settore dello stadio cantano a squarciagola «Ho visto Maradona». Un presagio. La spinta per mandare in gol anche Jorginho. E’ il sesto minuto e scatta l’apoteosi. Una notte più magica di così non poteva schiarirsi: il nuovo Napoli travolgente proprio sotto gli occhi di chi l’avevo reso scintillante nell’epoca degli scudetti. Un film.
FONTE Corriere dello Sport