Dall’arrivo di Rafa Benitez sulla panchina del Napoli, tante cose sono cambiate. Non solo numerosi giocatori che si sono alternati fino a modificare l’assetto interno dell’intera rosa ma si è assistito ad un vero e proprio cambiamento radicale della mentalità di una squadra che sta costruendo a velocità record il tanto agognato salto di qualità che tutti i tifosi attendono da tempo. I primi risultati sono sotto gli occhi di tutti: record di punti assoluti fino ad ora alla prima stagione in forza agli azzurri, un attacco stellare, un’ottima avventura in campionato, Champions e Coppa Italia in attesa dell’esordio di giovedì in Europa League ed un gruppo che, nonostante si conosca solo da qualche mese, è unito, cementato, umile e di grandissima qualità.
Merito sì degli interpreti ma anche dello stesso tecnico che sin da subito ha impostato il suo lavoro su dei principi cardine. Uno di questi è proprio l’assenza di prime donne, a favore di uno spogliatoio unito e che rema costantemente nella stessa direzione, con ogni pedina che lavorando al servizio della squadra, riesce a dare non solo luce a se stessa ma al gruppo intero, portando così in alto il nome di tutto il Napoli. Facile a dirsi ed a spiegarsi, meno a farsi quando hai la fortuna di allenare campioni del calibro dell’ex blocco Real Madrid formato da Higuain, Callejon ed Albiol, dei fuoriclasse di spessore internazionale quali Rafael, Mertens, Reina e giocatori che conoscono bene l’ambiente e veterani della piazza come Maggio, Insigne e Pandev.
Il loro atteggiamento una volta scesi in campo è chiaro: la giocata personale e spettacolare passa in secondo piano rispetto a quella cinica e risolutiva, la prestazione di sacrificio è più importante del colpo di tacco o della punizione che manda in visibilio i tifosi ed un assist ben confezionato è anche più importante di chi quella rete l’ha poi realizzata. Tutti i giocatori sono fondamentali per il conseguimento di una vittoria ed è proprio in queste occasioni che il Napoli gioca al meglio e mette in difficoltà ogni avversaria così come successo contro Borussia Dortmund, Arsenal, Roma, Lazio e Milan.
Non è quindi un caso che non tutti i giocatori presi in considerazione per il mercato siano “da Napoli“: come spesso ribadisce la società, quella azzurra è una causa da sposare a pieno e che talvolta va in controtendenza con un calcio moderno, fatto ahimè da molte prime donne ma che in fin dei conti, alla fine non porta a nulla di concreto. Ai tifosi, così come a Benitez, ai giocatori partenopei ed allo stesso De Laurentiis, piace pensare alla propria squadra come un amalgama azzurro, un insieme perfetto di intenti, di piedi, di cuori e di menti che, sempre e solo uniti, possano arrivare a conquistare con spirito di sacrificio, umiltà, pazienza, convinzione e lavoro, traguardi davvero importanti.
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Articolo modificato 17 Feb 2014 - 16:50