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Ultimi dubbi per Benitez, Higuain stringe i denti e scalpita

Cheese: e a volte basta un sorriso, magari persino una smorfietta; e poi una lista (dei convocati) per accorgersi che “el Pipita”, vada come vada, ha scelto d’esserci. Si vola, magari anche con la fantasia: ma sull’aereo il posto riservato rigorosamente ad Higuain resta consegnato al legittimo proprietario, un “cannibale” che ha fame – e tanta – e che a Swansea ci sarà: in campo o in panchina, si deciderà poi, in quella ch’è ritenuta la rifinitura. Fifty-fifty, è così che si dice: però l’ottimismo è compagno di viaggio e la tentazione è di crederci, di provarci, di (ri)mettersi in discussione come a Marsiglia, più di Marsiglia.

IN DICIANNOVE. Cheese: stavolta è sufficiente quel capoccione che dondola e quella disponibilità a lasciarsi alle spalle qualsiasi perplessità, perché decollare dà un senso all’esistenza e, simbolicamente, trasmette certezze. Si (ri)parte, da Higuain che si ritrova nell’elenco dei diciannove, affiancato da un inevitabile interrogativo: però il dolorino all’anca s’è attenuato, gli scatti sono sopportabili e mentre Swansea-Napoli starà per cominciare si potrà decidere (liberamente), valutando i pro e i contro.

TURN OVER. Il resto è nell’aria, tra i cieli, nelle divagazioni che a diecimila metri Benitez si concederà, però solo dopo aver parlato con il medico per sapere come se la passa l’acciaccato Albiol, o come stia il claudicante Behrami: più sì che no per entrambi, però l’organico è ricco, abbondante, anzi “equilibrato”, e si può scegliere comodamente, pur dopo aver ascoltato Reina e la sua schiena. Intanto, qualcosa va (ri)toccata e la difesa, piaccia o no, va rimodellata: Maggio e Ghoulam restano gli esterni ma in mezzo, oltre alle (poche) insicurezze trasmesse dal fisico di Albiol, c’è la necessità di avvicendare lo squalificato Fernandez e di far riscaldare Britos, negli ultimi due mesi comparso nei radar (soltanto) il 25 gennaio, a Verona contro il Chievo.

IDEE. Quelle di Jorginho rimangono a galleggiar nel nulla, però atterrano in Galles: perché si può anche rimanere estranei all’Europa League, attraverso l’esclusione dall’elenco, ma è preferibile restar presenti con il Napoli, allenarsi, vivere le ansie, lo stressa da prestazione. E allora, tre uomini per una maglia: Behrami benissimo non se la passa, ma neanche poi così male; va a finire che stringerà i denti, perché quel calcio gli piace eccome. Poi, Inler o Dzemaili: fifty- fifty, naturalmente.

ALL’ATTACCO. C’è tempo, e quanto: Napoli-Cardiff, poi una sessantina di chilometri in pullman che introduce alle scelte, all’allenamento, alle riflessioni su Insigne o Mertens, gli unici in odor di ballottaggio. Le altre maglie hanno già padroni: Callejon quella della fascia di destra, Hamsik quella del socio di chi gli sta davanti, più Higuain che Pandev, per ora. Of course.

FONTE Corriere dello Sport

Articolo modificato 19 Feb 2014 - 08:37

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Scritto da
redazione