Rafa Benitez e la rivoluzione tecnico-tattica di un Napoli in crescita

Fotografia di una rivoluzione andata in scena senza mezzi termini in pochi mesi: lunedì, in occasione della partita con il Genoa, della vecchia guardia c’erano soltanto Behrami e Hamsik. Stop: le ultime tracce del Napoli di Mazzarri. Quel che resta dei titolarissimi.

L’ELENCO. E allora, non è soltanto un’invenzione sensazionalistica, no, e neanche una forzatura: l’arrivo di Rafa Benitez è stato direttamente proporzionale a una rivoluzione tecnica, oltre che tattica, in piena regola. Quasi assoluta, totale. Da rifondazione, da velocissima e semiacrobatica mischiata di carte in stile croupier: tra i titolarissimi, un’etichetta e una definizione che se vogliamo ha fatto un po’ di storia e molto parlare, sono salvi soltanto Maggio, Behrami, Inler e Hamsik; del gruppo completo dell’ex allenatore azzurro, invece, fanno ancora parte della rosa di Rafa anche Colombo; Fernandez; Britos; Uvini; Mesto; Zuniga; Dzemaili; Radosevic; Insigne; Pandev.

I RECUPERATI. E’ questo l’elenco del gruppo dei reduci di Walter Mazzarri. Di quella gagliarda leva di uomini e giocatori che, nelle ultime stagioni, ha riportato il Napoli in alto – tra Champions, Europa League, sogni scudetto e la conquista della Coppa Italia 2012 -, insieme con gente come De Sanctis, Cannavaro, Lavezzi e Cavani, ora tutti altrove. La distinzione, però, è d’obbligo: perché della squadra su cui puntava Mazzarri, Benitez ha continuato a insistere su Maggio, Inler, Hamsik e Behrami, salvo poi, nell’ultimo periodo, virare con una certa frequenza su Jorginho (una scelta condizionata anche dall’infortunio di Behrami). Tra gli altri, invece, Rafa ha decisamente recuperato Fernandez, titolare al fianco di Albiol, e definitivamente consacrato Insigne (molto presente anche nella stagione precedente ma più responsabilizzato quest’anno).

LA CONTROTENDENZA. In realtà, se non fosse incappato nella iella nera, con ogni probabilità in questa stagione avrebbe trovato molto spazio e molta gloria anche Mesto. Un fedelissimo di Mazzarri. Un jolly preziosissimo. Un allievo dei tempi della miracolosa Reggina che, nella sua prima stagione di Napoli, non è mai stato impiegato con grande continuità. Un ex allievo di Walter divenuto, in un lampo, uno dei prediletti di Benitez: ci puntava eccome, su di lui, e non è un caso che abbia anche proposto alla società il prolungamento del suo contratto. Si vedrà.

VAI DI TURNOVER. Nel frattempo, le briciole. Sì, con il Genoa c’erano soltanto le briciole del Napoli che fu. Come quasi sistematicamente, se vogliamo: perché se Mazzarri era del tutto concentrato su un nucleo forte, per Rafa il turnover è la normalità. Pardon: non chiamatelo, turnover, non ama definirlo così. Però la sostanza non cambia.

FONTE Corriere dello Sport

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