Il San Paolo negli ultimi anni è stato il fortino dei napoletani contro le squadre inglesi.
Impossibile non ricordare la favolosa Champions dell’anno 2011/2012, emozioni che i tifosi azzurri non avevano ancora mai provato o, col tempo, erano diventate labili le reminiscenze degli “anni d’oro” del magico Napoli.
Sembrava una cosiddetta “mission impossible” passare il turno agli ottavi ma la sconfitta del temutissimo Manchester City (tra l’altro vincitore del terzo scudetto proprio in quella stagione) in “casa” dei partenopei rese la speranza di continuare il cammino quasi una certezza.
Erano altri tempi, altra mentalità, altri giocatori ma la voglia di fare bene era troppa e quell’evento segnò un pezzo di storia del Napoli. Un avversario in particolare, Yaya Touré, campione prima del Barcellona e poi dei citiziens, restò impietrito davanti ad un pubblico così e davanti al famoso grido “the Champioooooons“, le gambe iniziarono a tremargli. Il dodicesimo uomo in campo aiutò indubbiamente la squadra verso il successo finale del 2 a 1. Il passaggio del turno, diede ancora del filo da torcere agli azzurri: il Chelsea era il secondo club inglese da sfidare, un’altra squadra di grande importanza nella Premier.
Al San Paolo il fato premiò ancora una volta la forza e la determinazione degli uomini di Mazzarri, inconsapevoli di poter battere una rosa di campioni come quella dei blues. La doppietta del Pocho Lavezzi e il goal di Cavani fecero tremare lo stadio e tutta la città di Napoli. Gli avversari, a fine gara, restarono in silenzio, “no words“!
Ma come si suol dire “non c’è due senza tre”.
Cambia il colore della maglia (in quell’occasione erano i giallo-azzurri), cambiano i giocatori e pure l’allenatore ma il pubblico no, lo stadio è sempre quello e il risultato ancora una volta dalla parte del Napoli. L’ultima partita di Champions dell’anno 2013 ha lasciato un sorriso amaro, tanti applausi di orgoglio e quel pizzico di rimpianto. La vittoria sulla corazzata “rossa” dell‘Arsenal regalò indubbiamente una bella pagina di calcio ma il due a zero non servì a niente per proseguire il cammino verso la coppa più ambita del mondo.
Tutto ciò, però, sicuramente ha dato un segnale importante.
La Premier, definita la competizione più bella e affascinante da Reina, Benitez e Behrami, tre azzurri i quali hanno potuto assaggiare e vivere i campi inglesi, ha esaltato, allo stesso tempo, la bravura del club di De Laurentiis, che non si è fatto mai intimorire dal blasone e il gioco di tali squadre.
Non è stato certamente un caso vincere contro il Manchester City, battere con “prepotenza” il Chelsea e far vivere agli amanti di questo sport 93 minuti di bel calcio contro l’Arsenal.
Gli azzurri, in quelle gare, non hanno avuto nulla di cui invidiare. Il mister più europeo che ci sia in Italia, Rafa Benitez, vuole “inglesizzare” un po’ il suo Napoli, soprattutto per quanto riguarda i ritmi e l’intensità di gioco.
Questa sera a far visita al San Paolo ci sarà la quarta (per gli azzurri) squadra di Premier, sicuramente meno forte e importante delle altre ma di tutto rispetto: lo Swansea.
L’allenatore ex Liverpool ci tiene assolutamente a far bene, anche perché ha un piccolo “conto in sospeso” con i gallesi, i quali vinsero in semifinale 2-0 a Stamford Bridge contro il suo ex Chelsea. Lo Swansea conquistò successivamente il trofeo finale.
Insomma, tanti intrecci e ricordi da ambo le parti. Il Napoli vuole calare il poker, la squadra di Monk è avvisata.