Casa, dolce casa. Specie quando è illuminata dai riflettori e profuma di Coppe. Il San Paolo è diventato per il Napoli come la location ideale per esaltarsi in campo internazionale. Mai una gara priva di emozioni. Sempre prestazioni incandescenti quando in palio c’è qualcosa di prestigioso. E sempre in gol durante le due edizioni di Champions League disputate durante la pur breve gestione-De Laurentiis: la prima, quella targata-Mazzarri del 2011, giunta alle soglie della qualificazione agli Ottavi di Finale; la seconda, questa di Benitez, condotta in maniera sorprendente nonostante l’eliminazione con ben dodici punti all’attivo. Fuorigrotta, il palcoscenico dove s’entusiasmano i bomber azzurri nelle
Sette gare di Champions League, sette vittorie ed un pareggio (quello con il Bayern Monaco che poi si laureò campione d’Europa). Sette gare, quattordici gol ed un autorete a favore. Un cammino da top club. Il Napoli, come una macchina schiacciasassi quando è stato chiamato a sfoderare prestazioni impeccabili. E tale si presenta anche la sfida con i gallesi dello Swansea anche se lo zero a zero dell’andata non rappresenta la piattaforma ideale per mettere le ali. Ma il passaggio del turno potrebbe spianare la strada verso una fase finale dell’Europa League tutta da gustare. Ed ecco che il San Paolo torna a recitare un ruolo fondamentale. Il gol qui è di casa. Basta recitare come nel passato antico e recente per sbarazzarsi degli scozzesi ed andare avanti.
PRIMA EDIZIONE. Cominciò Marek Hamsik ad aprire le danze a settembre del 2001. Neanche un quarto d’ora dell’inizio della sfida con il Villarreal, ecco il cross al bacio di Lavezzi dalla destra e deviazione in corsa dello slovacco di interno sinistro per il primo gol. Tre minuti dopo, atterramento di Lavezzi in area e successivo rigore trasformato da Cavani per il due a zero finale. Quel Napoli era composto da tanti calciatori che mai avevano assaporato la ribalta europea, Aronica e Mascara su tutti. Nella sfida successiva, quella con il Bayern, Napoli di nuovo in gol. Stavolta con un’autorete provocavata da Badstuber su cross di Maggio. Ma fu con il Manchester City e poi con il Chelsea che gli azzurri andarono ogni oltre previsione: doppietta ai citizens (protagonista, Cavani) e tripletta ai futuri campioni d’Europa (due gol di Lavezzi, uno del Matador). Piegate al San Paolo formazioni che andavano per la maggiore. E sempre emozioni a suon di gol.
SECONDA EDIZIONE. Per la serie, gli esami non finiscono mai, anche con Benitez il Napoli è capitato in un girone di ferro ai sorteggi di Champions. Eppure, Higuain e soci sono andati sempre a bersaglio, rifilando due gol ai vice campioni del Borussia Dortmund, tre al Marsiglia, due all’Arsenal. Ovviamente, il Pipita sugli scudi con ben quattro reti in tre gare. E stasera sarà chiamato di nuovo in casa per quello che potrebbe essere il suo ventesimo gol in maglia azzurra tra campionato, Coppe internazionali e Coppa Italia. Il tutto in meno di sei mesi e con alcune gare saltate per infortunio tra cui quella in casa dell’Arsenal.
Ma al San Paolo non si esalta solo Higuain nelle sfide che contano. Scalpita Callejon che ha già perforato la difesa dell’Arsenal, freme Insigne che si sbloccò proprio con il Borussia alla prima giornata, scalda i muscoli Inler che aprì le marcature con l’Olympique Marsiglia. Insomma, l’aria di Fuorigrotta e la spinta di un pubblico affamato di ribalta internazionale daranno la spinta al Napoli per andare avanti in Europa League e cancellare così anche l’amarezza del pari con il Genoa.
FONTE Corriere dello Sport