E ora che il pibe è un ricordo (mai svanito), l’eroe d’una città stordita è l’erede designato dagli dei che governano l’universo tra Buenos Aires e Napoli: si scrive Higuain e si rilegge un fenomeno stratosferico, il leader (silenzioso) che obnubila con una giocata, il carisma incarnato in un solo uomo e nella sua straripante personalità che diviene la scia da seguire per raggiungere gli ottavi di finale di Europa League e sognare con gli occhi spalancati e la tremarella da governare. Napoli 3, Swansea 1: ma nulla era annunciato, e semmai se lo fosse stato, ha poi provvceduto a stropicciare l’indirizzo del destino quel diavolo in carne e ossa che s’è inventato (ancora) calcio per una notte, liberando Insigne, poi sbattendo rabbiosamente in porta (e dal nulla) la sfera del 2-1 nella quale leggere il futuro, infine ergendosi a paladino della resistenza e della ripartenza: andiamo, ragazzi. Ed è stato un festival, il tormento e l’estasi, in un concentrato di «dolcissima» follia che s’è presa Napoli e l’ha lanciata sulle montagne russe.
Quello di ieri contro lo Swansea, che ha spianato la strada della qualificazione agli ottavi, è stato il suo primo in Europa League, dopo i 4 segnati nello sfortunato girone di Champions, i 13 nel campionato di Serie A e i 2 in Coppa Italia. Con un attaccante così, niente è impossibile per Rafa Benitez…
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 28 Feb 2014 - 08:05