«Vorrei che finisse in pareggio perché sono livornese al cento per cento e amaranto verace ma Napoli è un pezzo del mio cuore perché due anni lì valgono come venti anni in qualsiasi altro posto». Lucarellone – così chiamato per distinguerlo da Lucarellino, suo fratello Alessandro che gioca nel Parma – è un idolo vivente del Livorno calcio. Cristiano Lucarelli, ora tecnico del Viareggio in Lega Pro, qui è come il cacciucco, le triglie e i film di Virzì. Una istituzione. Calcisticamente parlando, a Livorno, soltanto Armando Picchi, libero della grande Inter di Herrera (a cui è dedicato lo stadio) è più leggendario di lui e di Igor Protti, suo ex gemello del gol.
Lucarelli, il Napoli è molto più che favorito oggi?
«Mica ne sono convinto. Vedo un atteggiamento strano: ho visto Higuain e Albiol andare quasi alla ricerca del giallo contro il Genoa… Non vorrei che nella testa gli azzurri stiano sottovalutando il mio Livorno, come se oggi fosse una passeggiata».
Sarebbe un errore.
«Significa che il Napoli non ha ancora imparato dai propri errori, dalle proprie ingenuità. Se è terzo e non primo è proprio perché fa fatica contro le squadre come il Livorno».
Di Carlo si affida a Paulinho?
«Ha segnato 4 reti nelle ultime 5 gare, mi sembra che stia in forma. Arrivoò qui per la prima volta nel 2004: trovò me davanti che quell’anno feci il capocannoniere. Un po’ sfortunato, ma adesso è fondamentale per la salvezza».
Ora lei fa l’allenatore: cosa le piace di Benitez?
«Ho conosciuto Rafa a ottobre: andammo a Castel Volturno per una lezione durante il corso da tecnico a Coverciano. Mi ha colpito la sua concretezza, la sua essenzialità nello spiegare cose apparentemente complicate».
Però il suo maestro è un altro.
«Sì. È Mazzarri. Mi chiedeva di curare, a fine seduta di allenamento, i calci piazzati di Cavani e Lavezzi e i loro movimenti in area. Fino a quel momento, per me, il calcio era prendere la palla, girarsi e spararla in porta. Possibilmente facendo gol».
Cosa ruba a Mazzarri, allora?
«Sono maniaco e pignolo come lui. E come mi sembra lo sia anche Benitez».
Oggi non c’è Higuain.
«Fortissimo. Ma c’è Mertens che è un folletto che a me piace molto. E magari c’è Lorenzo Insigne: io da allenatore uno come lui lo fare giocare sempre. Mai vista una simile dedizione al sacrificio, mai visto uno come lui sempre pronto a dare una mano in difesa. Poi ovvio che possa venire meno un po’ di lucidità in attacco».
Meglio il Napoli o la Roma per il secondo posto?
«Come organico il Napoli mi sembra più forte, nonostante qualche pasticcio di troppo in difesa. Ma Benitez ha ragione: se devi pensare solo alla gara della domenica hai sicuramente un vantaggio. E non piccolo».
Però, le notti europee sono imperdibili?
«Benitez l’ha vinta lo scorso anno l’Europa League, sa bene che se la vince pure quest’anno col Napoli firma un’impresa storica. E a lui le cose così piacciono da morire».
FONTE Il Mattino