Radja Nainggolan è entrato, ha segnato contro la Nazionale di Gervinho, si è voltato e per un istante non ha visto nessuno. Il vuoto intorno, visione di un futuro possibile. Dalla sua Nazionale, dove a centrocampo c’è affollamento, alla Roma, dove la densità di popolazione in mediana è drasticamente calata negli ultimi tempi. Né la campagna acquisti peraltro magistrale di gennaio ha potuto rimpolparla più di tanto.
Il belga ha corso seriamente il rischio, e ancora non l’ha superato del tutto, di restare solo contro il Napoli tra i quattro che solitamente si scambiano il posto nel reparto migliore della Roma. E’ una diga spessa e robusta ma ospita voragini nascoste. Probabilmente alla fine il Napoli si troverà di fronte lo schieramento quasi completo, con la notevole eccezione di De Rossi sul quale oggi la corte federale prenderà una decisione definitiva. Detto con onestà, sono poche le chance che gli tolgano anche cinque minuti delle tre giornate di squalifica incassate per il floscio – e imperdonabile – gancio destro portato alla mandibola di Icardi nella partita contro l’Inter.
DISTURBI. Nel giro di 18 ore si è completata la rovina del centrocampo giallorosso ed è stata avviata una rapida ricostruzione. Pare che Kevin Strootman possa tranquillamente giocare domenica sera a Napoli. Lo hanno tenuto due ore e mezzo chiuso al Campus Biomedico di Trigoria per lavare via alla Lavatrice qualsiasi dubbio esistenziale. E’ andata così mercoledì sera mentre la Francia schiaffeggiava l’Olanda: Valbuena ha atterrato Strootman, Strootman è piombato sul proprio ginocchio destro e ha cominciato a zoppicare. Trauma contusivo, volgarmente detto “ahia che botta”. Due ore e mezzo di esami, ma già dopo un’oretta i medici cominciavano a chiacchierare d’altro fra loro, non riuscendo a trovare lesioni. E poi le ginocchia son due e di tanto in tanto a Strootman duole il sinistro, nell’ambito dei disturbi professionali dei giocatori di calcio.
AEREI. Dunque possiamo dare l’olandese presente, con ogni probabilità e premesso che in tre giorni dolori come quello avvertito dall’olandese sono in grado di evolversi in molti modi. «Il giocatore ha già iniziato le terapie del caso» , avverte un comunicato della Roma vago come il galateo nella situazione richiede. Perso De Rossi al netto di inusitati atti di clemenza e recuperato Strootman, con Nainggolan piuttosto stanco perché il suo aereo è atterrato alle quattro del mattino e di pomeriggio lo attendeva un allenamento al quale non ha voluto rinunciare, bisogna solo vedere come starà Miralem Pjanic.
Piuttosto bene, a quanto sembra. Ieri era in gruppo e ha giocato contro la Primavera, appoggiato saldamente sulle sue ginocchia spesso doloranti senza bisogno di trascinarle. Il problema è che il fastidio si ripresenta senza avvertire – soprattutto dalla parte destra, nel caso del bosniaco – e talvolta non lascia scampo.
Possiamo riassumere così: se tutto va come deve, Rudi Garcia potrà schierare un centrocampo vicino a quello preferito, con Nainggolan, Strootman e Pjanic. Magari disposto senza scosse, a tre, dietro una linea d’attacco ugualmente a tre come gli piace fare all’inizio delle partite. Altrimenti dovrà aggiustare le geometrie, arretrare Florenzi, infilare due mediani dietro tre mezze punte e liberare Destro, inventarsi qualcosa. Oggi come oggi la Roma respira con maggiore agio, perché la presenza di tre titolari a centrocampo – dietro di loro, vivace come un ragazzino, ancora si libra Taddei, che ha compiuto 34 anni – apre un maggior numero di scelte per l’attacco e lascia a Garcia spazio di manovra. In una partita in cui sia la Roma sia il Napoli mettono in palio un bel pezzo della propria stagione non è igienico partire con palle al piede, o al ginocchio.
FONTE Corriere dello Sport