Rafa Benitez lo fece debuttare appena maggiorenne. Dieci anni fa, erano i tempi del Valencia. Rafa lo ha voluto a Napoli per rilanciarlo. E per farne un leader del nuovo Napoli. Raul Albiol ha bruciato le tappe, è diventato subito parte integrante del gruppo e punto di riferimento per la difesa e per l’allenatore, al punto che oggi vanta un singolare primato: è l’unico azzurro ad aver giocato più di tremila minuti (per la precisione sono 3008).
Ha saltato tre gare di campionato (una con il Sassuolo e le due con il Livorno) e l’andata della sfida di Europa League con lo Swansea. Torna dopo aver scontato la squalifica in campionato e dopo aver battuto l’Italia di Prandelli in amichevole. Albiol domani si riprenderà il Napoli, la squadra che gli ha restituito gli onori del campo. In chiaroscuro la precedente esperienza nel Real Madrid: strano destino il suo, riserva delle Merengues ma titolare nella Spagna pigliatutto, un Mondiale e un Europeo in due anni. Mai una parola fuori posto nel Real targato Mourinho, mai una lamentela per essere scivolato in panchina, ha sempre lavorato sodo e rigato diritto. Doti riconosciute e apprezzate in uno spogliatoio bollente come quello madrilista.
«L’adattamento qui è stato semplice, ho ritrovato Benitez e alcuni ex compagni di Madrid e poi la gente di Napoli è molto calorosa, ti fa sentire subito a casa. Rafa mi dà molto fiducia e con lui sono felice. Ovviamente a me il cambio è convenuto»: chiaro e limpido il pensiero del difensore espresso due giorni fa poche ore prima di affrontare l’Italia.
Adesso “El chori” è concentrato solo sul Napoli e su quel traguardo chiamato secondo posto. Il suo soprannome significa “salsiccia lunga” in riferimento al fisico e in particolare alla statura, gli venne affibbiato a Valencia e non se n’è staccato nemmeno a Madrid: un nomignolo che non gli garba tanto. In una difesa “ballerina” come s’è scoperta quella del Napoli, è il pilastro principale, l’elemento intorno al quale ruotano equilibri molto sottili. Pensate a cosa sarebbe la difesa azzurra senza lo spagnolo di Valencia.
«Noi abbiamo grande qualità in fase offensiva e quando una squadra come il Napoli è così forte in attacco, è ovvio che ne possa risentire in fase passiva. Benitez ce lo ripete tutti i giorni: bisogna migliorare dal punto di vista dell’equilibrio. Stiamo lavorando in tal senso per evitare di subìre gol evitabili».
Albiol ha svelato il suo sogno: «Vorrei fare l’attore, De Laurentiis non mi ha ancora offerto un ruolo ma appena mi vedrà recitare sono certo che mi porterà a Los Angeles…». E ha poi rivelato un retroscena (scontato) a proposito della maglia da gioco. «Quella tradizionale è l’azzurra ma la mimetica non era male. Il problema è che l’indossammo a Londra contro l’Arsenal e dopo quella sconfitta è finita negli armadietti. Avete notato che abbiamo usato spesso la gialla?».
Già, e non è difficile indovinare perché. Intanto arriva la Roma, una finale anticipata per il secondo posto. «Gioca un bel calcio, propositivo, sarà una bella sfida. Non è come alcune squadre italiane che si difendono in cinque, contro di loro è difficile segnare e noi abbiamo sprecato molti punti contro questo tipo di formazioni».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 8 Mar 2014 - 09:40