L’Avellino sbanca Empoli, nell’anticipo del 28° turno di Serie B, e si porta momentaneamente al terzo posto in classifica, a sole due lunghezze dagli azzurri toscani. Una cavalcata sorprendente quella degli irpini, matricola terribile di questa stagione, una squadra solida e pratica guidata da un ottimo prospetto in panchina come Massimo Rastelli.
La colonna difensiva di questo Avellino è Armando Izzo, un pilastro imprescindibile. Sua ieri la rete dello 0-1 finale, uno stacco di testa perentorio su azione da calcio d’angolo, e prestazione maiuscola offerta in campo tenendo a bada due attaccanti di primo livello come Massimo Maccarone e Francesco Tavano.
E’ una rincorsa al calcio che conta partita da lontano quella di Izzo, da uno dei quartieri più difficili di Napoli, quello di Scampia, e che ha come obiettivo la consacrazione con la maglia azzurra partenopea.
“Il sogno di Armando è quello di fare carriera nel Napoli, con la maglia azzurra sulle spalle”, queste le dichiarazioni rilasciate non più di due mesi fa dal suo procuratore, Paolo Palermo.
E Izzo sta sfruttando al meglio questa opportunità in Serie B per farsi notare dal Napoli, comproprietario del suo cartellino insieme all’Avellino.
Dunque Scampia dicevamo, “A me è capitato di avere a che fare con certe situazioni, ma ho sempre rifiutato per due motivi: per mia madre e per il calcio. L’onestà è la prima cosa”, ricorda Izzo. L’onesta, la capacità di migliorarsi sempre, di non lasciare nulla al caso. Sono questi gli ingredienti che stanno portando Armando in alto.
A nove anni entra nella scuola calcio dell’Arci Scampia, grazie alle insistenze di Mimmo Macallo, noto operatore calcistico campano. Poi la morte del padre, la voglia di mollare tutto per aiutare la propria famiglia.
“Grazie a tutti… Il mio gol lo dedico a mio padre, che sicuramente lassù sarà felicissimo per me… Grazie ancora”, la dedica su Twitter per il primo gol in cadetteria lascia intendere il carattere di Izzo. Un ragazzo attaccato ai valori che contano, alla famiglia, che non ha mai perso di vista le sue origini.
A 11 anni il provino a Marianella con il Napoli, viene preso. Comincia a pensare al calcio in un’ottica di professionismo. E ci mette tutto l’impegno del mondo. Arriva sino alle soglie della Primavera, nelle partitelle marca il Pocho Lavezzi, un sogno.
Nato il 2 marzo 1992, 1,83 m di altezza per 76 chili, è un centrale difensivo possente, attento in marcatura e molto abile di testa. Negli anni ha migliorato il suo piede destro, tanto da trasformarsi in un difensore che può impostare l’azione. Il senso della posizione e la scelta di tempo le sue doti migliori. Ha dichiarato che il suo idolo è Paolo Cannavaro.
Nel 2011 passa in prestito alla Triestina, in C1, 13 presenze e una rete, ma le vicissitudini societarie della squadra giuliana lo spingono ad accettare a gennaio la corte dell’Avellino, stessa serie, dove si trasferisce in comproprietà gratuita. 6 presenze sino a giugno.
La stagione seguente, l’incontro con Massimo Rastelli. L’Avellino sale di categoria, e Izzo trova sempre più spazio, portando a referto 22 apparizioni, 20 da titolare. Il mister crede in lui, tanto da confermarlo anche in Serie B, dove si sta ripetendo su livelli molto alti, 22 presenze e la rete di ieri il suo bottino stagionale.
Già convocato nell’Under 20, è in rampa di lancio per l’Under 21. Con l’obiettivo del ritorno a Napoli ben chiaro all’orizzonte.
Fonte: alfredopedullà.com
Articolo modificato 8 Mar 2014 - 18:09