Gonzalo Higuain, a poco più di un giorno dal match contro la Roma, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Repubblica.
Diego ne ha segnati 115, con il Napoli: neppure Cavani è stato capace di superarlo.
“Ho tante stagioni davanti, sono un centravanti e voglio segnare sempre. Col tempo mi piacerebbe battere pure il record di Maradona, ma sono concentrato sul presente “.
Contro la Roma sarà la partita più importante del vostro campionato, vero Higuain?
“Stiamo facendo la nostra corsa proprio sulla Roma e per questo dobbiamo vincere: con un successo avremo più chance di arrivare secondi”.
Dal trionfo in Coppa Italia al campionato: pensa che il suo Napoli si saprà ripetere?“Dovremo avere la stessa mentalità vincente della semifinale di Coppa Italia: è una partita molto difficile, ma possiamo battere di nuovo la Roma”.
La Champions si deciderà al San Paolo: Roma, Fiorentina e Juve una dopo l’altra. “
Coi nostri tifosi accanto avremo maggiori possibilità di vincere: come sempre. Ma toccherà a noi trasformare il fattore campo in un vantaggio, trascinando il San Paolo”.
Higuain, lei coi napoletani ha legato subito, un amore a prima vista. “Abbiamo avuto un rapporto speciale, dal primo momento. Mi hanno subito dimostrato il loro affetto e io lo sto ricambiando in campo, dando sempre il massimo. Voglio renderli felici. Giocare al calcio a Napoli è davvero una esperienza speciale”.
La città non ha ancora potuto visitarla: troppo affetto, non rischia di stancarsi? “È bello avere tutto questo amore intorno, anche se in effetti è un po’ difficile stare tranquilli fuori di casa. Ma va bene così: non è un sacrificio, sono un professionista”.
Tanti suoi colleghi hanno rifiutato Napoli. Hanno sbagliato?
“Parlo solo per me, rispettando le idee di tutti. A Napoli mi trovo bene e sono contento. Ho fatto la scelta giusta, quelle degli altri non mi va di commentarle”.
Quest’anno vanno di moda negli stadi i cori contro i napoletani: come se li spiega?
“Sono arrivato in Italia da poco e non so spiegarmeli. Ma mi sento dire che bisogna migliorare: sui cori razzisti in genere, non solo quelli contro Napoli e i napoletani”.
Lei arriva dal Real Madrid: le pesa passare dalla parte dei forti a quella dei deboli? “È una sensazione che non ho avvertito: sono qui perché è forte pure il Napoli. Sono due club diversi, ho scelto con la certezza di restare ai vertici. De Laurentiis e Benitez mi hanno convinto subito coi loro progetti: ci sono i presupposti per vincere”.
Può crescere ancora anche Higuain? “Sono giovane, il migliore Higuain non si è ancora visto. Il campionato italiano mi sta aiutando a crescere. Qui ci sono meno spazi, giocano tutti con cinque difensori: la serie A è più tattica, per un attaccante è difficile segnare. È molto diverso dalla Liga”.
Prandelli sostiene che in Spagna si corra molto di più che da noi: lei che ne pensa?“Rispetto la sua idea, non mi pronuncio. Dico solo che sono due bei campionati”.
Per lei il passaggio è stato quasi automatico: se l’aspettava? “Mi sono ambientato subito, anche perché guardavo le partite della serie A alla tv”.
A Madrid giocava molto di meno, con il Napoli le tocca fare gli straordinari. “Per me è stato molto importante, rispetto al Real Madrid, ritrovare la continuità”.
Si descriva: come calciatore e come uomo. “Sono un ottimista, guardo al futuro in modo positivo: pure fuori dal campo. E sono felice del mio rendimento: 20 gol e 10 assist, con l’aiuto dei compagni. Quello contro lo Swansea è il più prezioso, ma tutte le reti che servono per vincere restano speciali”.
Un rimpianto l’avrà, Higuain? “I 18 punti persi con le piccole, quelli che ci dividono dalla Juve. Per lo scudetto bisogna vincere quasi sempre. Ci riproveremo l’anno prossimo”.
E quest’anno come va a finire, per il Napoli? “Abbiamo tre obiettivi: secondo posto, Coppa Italia ed Europa League. Vogliamo il massimo su tutti i fronti, senza scegliere. Per questo dobbiamo vincere con la Roma”.
Subito la Champions, poi i Mondiali. “I Mondiali in Brasile sono speciali, per un argentino. Vogliamo portare la Coppa a casa, ma le avversarie sono forti”.
Teme anche l’Italia? “L’Italia c’è sempre, quando conta: ha vinto per quattro volte il Mondiale, solo una in meno del Brasile. Sì, dovremo fare i conti pure con gli azzurri: ne sono convinto”.
Fonte: Repubblica
Articolo modificato 8 Mar 2014 - 19:52