“Forse persino di questi avvenimenti un giorno la memoria ci sarà gradita”. Era il 20 agosto del 1799 quando Eleonora Pimentel Fonseca si incamminava verso il patibolo di Piazza Mercato a Napoli, e pronunciava queste parole con voce chiara, semplice. Con la schiena dritta. Napoli è donna, e non solo da allora.
Napoli è donna nella leggenda, dalla sirena Parthenope alla regina Margherita. Napoli è donna, e da sempre. Napoli è donna da quando Matilde Serao fondò il Mattino, da quando Concetta Barra cominciò a cantare. Napoli è donna da sempre e scusate se è poco.
Napoli è donna da quando Elena Croce diede finalmente il giusto peso al Gattopardo, da quando Luisa Conte ha cominciato a recitare a teatro, da quando Odette Nicoletti disegna vestiti per tutto il mondo.
Nella giornata delle donne è bene ricordare l’altrà metà del pallone, quella che (spesso) non vuole venire a vedere la partita di domenica, ma che non ci lascia soli, da soli, di fronte allo sport. In fondo anche quella di domani sera è una sfida tra due regine d’Italia: il Napoli e la Roma. Non disperiamo, quindi: Napoli è donna, ma sono le donne a regalare la vita.
Prendiamoci questo secondo posto.
Raffaele Nappi
Articolo modificato 8 Mar 2014 - 18:17