Il tachimetro va: trentotto partite sin qui giocate (Nazionali escluse), un calendario che strozza i muscoli assieme all’acido lattico e poi dicono che il lavoro nobiliti l’uomo. Semmai lo mobilita: lo porta su e giù per l’Europa (e quando la Patria chiama pure per il Mondo), ne strizza l’energia da ogni poro, finché è inevitabile che accada, come a Livorno, che si paghi il pedaggio.
Quando il gioco si fa particolarmente duro, si comincia a giochicchiare un giorno sì e l’altro pure e al Napoli, of course, l’acido lattico abbonda: stavolta è andata di lusso, in tredici hanno fatto le valigie, ma qualcuno è rimasto in panchina e altri (Callejon, Britos e Jorginho) se ne sono stati a «casuccia», a Castel Volturno. E però comunque meglio della settimana scorsa ma anche di quella che sta per aprirsi: stasera in campo, mercoledì si vola in Portogallo, giovedì la sfida d’Europa League, venerdì all’alba il rientro, domenica volo su Torino e lunedì il match con i granata; e poi di nuovo a Castelvolturno, appena settantadue ore e sarà di nuovo il Porto. Stanco, certo, il Napoli un po’ lo è…
Fonte: Il Corriere dello Sport