Ha vinto il Migliore: Callejon. Il più continuo e intelligente e generoso. Tatticamente perfetto. Mai scorato o assente. Dolcemente feroce, com’è suo carattere, esibito con quel suo “saluto al gol” fermo e deciso, senza fronzoli. Da campione. Callejon imbeccato felicemente dal bravo Ghoulam, il buon frutto di gennaio. La nuova e vincente faccia di un Napoli che dopo mesi di distrazioni ha trovato una difesa degna con Albiol e Fernandez. Ha vinto anche Benitez, finalmente pratico, per nulla afflitto dalla spettacolare esibizione della Roma che alla fine si è persa nelle sue preziose e narcisistiche evoluzioni, come se non fosse preoccupata di vincere ma di giocare giocare giocare. Contrariamente a quel che pensa il nuovo profeta Seedorf, il bel gioco può anche durar molto ma senza effetti positivi. Benitez ci ha messo 74 minuti, poi ha sostituito Hamsik con Insigne “Tresegnidicroce” dando un segnale preciso alla truppa azzurra: è ora di colpire. La Roma ha continuato a macinare offensive, ma intanto Gervinho ha cominciato a pagare il suo forsennato e passionale dialogo col pallone, Pjanic ha perso il controllo della situazione, Florenzi spompato ha lasciato all’inoffensivo Ljajic e il Napoli che l’aveva fatta da sparring partner ha sferrato il colpo del kappaò. Nella sua felice notte – preludio a un serio inseguimento del secondo posto Champions – il Napoli ha avuto il sostegno di un Reina mostruoso, capace di annullare tre palle-gol e il possesso di palla dei giallorossi.
Fosse nato prima, questo Napoli finalmente cinico e coraggioso, mai messo in croce dall’incessante dominio della Roma, avrebbe potuto partecipare a ben altra lotteria. La singolarità della partita è stata evidenziata dal superamento del centrocampo: la Roma senza De Rossi perdeva anche Strootman, il Napoli forniva Inler e compagni alla difesa, spesso sotto incubo per le incursioni di Gervinho. Applausi a Benitez – daiedai ci si fa furbi, da ’ste parti – bocciato Garcia che ha rinunciato a Destro nella fase centrale della partita mostrando quel che aveva imparato dalla partita con l’Inter: la difesa dello zero a zero, italiano davvero. Solo che stavolta gli è andata male. È la prima vera lezione che porta a casa, più della batosta in Coppitalia. Perché ieri sera s’è giocata una partita di alto livello tattico e per l’occasione Mastro Benitez è finalmente salito in cattedra.
FONTE Il Roma
Articolo modificato 10 Mar 2014 - 12:46